“Suppellettili
volanti”: un titolo originale
e stuzzicante per una commedia napoletana che travolge
grazie ad uno humor tra il borghese e il nostrano,
in grado di non lasciare indifferente nemmeno lo spettatore
più severo e pretenzioso. Quello scritto da
James La Motta è uno spettacolo giocato sull’equivoco,
che ruota attorno ad un bizzarro nucleo familiare
in cui vige il non detto e una scarsa conoscenza tra
i componenti, dove per ‘suppellettili’
si intendono tanto gli oggetti che lo svagato protagonista
sparpaglia per casa quanto (metaforicamente) gli inutili
gingilli che ‘arredano’ e ingombrano le
nostre esistenze, facendoci spesso perdere di vista
la verità.
Saverio, un quarantenne
single in procinto di partire, si ritrova in casa
un terremoto provocato dalla costante presenza della
sorella Teresa (single non per scelta sua ma degli
altri), dell’amico d’infanzia Tonino (un
finto latin lover dal cuore fragile) e della di lui
moglie Annina, una francese eccentrica (che di francese
ha solo l’accento). A sconvolgere del tutto
la vita del povero Saverio c'è poi l’arrivo
di Selvaggia, nota escort dai gusti stravaganti.
Gli
attori (tutti bravi), si muovono sul palco con dimestichezza,
entusiasmo e brio, creando un’ottima energia
che coinvolge e fa sorridere grazie a delle gags talvolta
rischiose, che potrebbero risultare pacchiane e surreali.
Ma non accade, merito dell’ottimo ascolto tra
i componenti della compagnia, capaci di dar vita a
delle efficaci azioni-reazioni che ne garantiscono
la credibilità. Luci usate in modo semplice,
costumi e scenografie piuttosto spartani quanto a
scelta stilistica. Ma proprio perché tutto
rimane nelle mani di chi il teatro lo ‘fa’,
ancora più apprezzabile il risultato finale.
Da ridere, con leggerezza.
[benedetta corà]