È
la notte di mezza estate. È la notte in cui
la contessina Giulia decide di stravolgere le regole
sociali e di darsi a Giovanni, il servitore di casa
che sogna di arricchirsi e comprare anche per sé
la nobiltà. Lotta di classe, desiderio frustrato
di emancipazione, sesso, amore, furore.
Tutto questo è nel testo di Signorina
Giulia, l’opera di August Strindberg
che mette a nudo la natura più intima di tre
persone, colte in differenti stadi di maturazione
della consapevolezza di sé e del posto che
occupano nella vita. Ribellione, disprezzo per l’uomo
e per la sua natura caratterizzano la contessa Giulia.
Brama di emancipazione ed elevazione sociale, sono
invece le caratteristiche di Giovanni, salvo poi farle
cadere dinanzi all’evidenza di una ormai radicata
mentalità da servitore. La cuoca Cristina,
che conosce l’accaduto ma non lo accetta, esprime
disperatamente il bisogno di credere che ci sia un
elemento qualitativo nella divisione in classi. Urla
infatti in faccia a Giovanni: “Loro devono essere
migliori di noi, altrimenti che senso avrebbe sgobbare
così tutto il giorno?”.
L’opera è in atto unico con scenografia
fissa, che riproduce la cucina di servizio della residenza
del conte e di sua figlia. In questo ambiente domestico,
nel corso dell’intera notte, Giulia e Giovanni
duettano, anzi duellano, senza tregua cercandosi e
poi facendosi del male, provando disprezzo ora per
se stessi ora per l’altro, consumando il loro
rapporto proibito fino alla fine umiliante e senza
speranza.
L’uso delle luci è parte integrante della
rappresentazione, perché impiegato per attrarre
prepotentemente l’attenzione sul volto dell’attore
su cui si vuole focalizzare l’attenzione. Certo
questo strumento aiuta a cogliere l’espressività
dei volti, ma lo scorrere dell’azione ne risulta
in qualche modo appesantito. Sulla recitazione dei
tre attori nulla da eccepire: è pulita grintosa,
fluida. Quanto a emozionare è altra cosa. La
coppia di interpreti non è riuscita a creare
la magia di trasmettere la tensione continua e estenuante
che c’è tra i due protagonisti.
Una nota di apprezzamento va invece ai cinque interpreti
della furiosa scena di baccanale, con cui i servi
di casa disvelano al pubblico quanto è accaduto
in camera da letto. [marina
viola]