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Anno
2011
Genere
commedia
In
scena
Teatro 7
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Autore |
Giuseppe
Sorgi |
Regia |
Giuseppe
Sorgi |
Scene |
Gloria
Spozio |
Luci |
I.
Raia |
Interpreti |
Emanuela
D’Antoni,
Irma Carolina Di Monte, Shara Guandalini, Alessandra
Ponti, Giuseppe Sorgi,
Rosario Terranova |
Produzione |
Il
Gruppetto |
|
Il
primo debutto di “Serata
Omicidio” è avvenuto nel 2011 presso
il Teatro De' Servi. Qualche battuta di cavalcante attualità
(su tutte le dimissioni del Pontefice) unita a una revisione
della struttura comica, ha portato ieri all'esordio della commedia
sul palco del Teatro Sette.
Scritta e diretta da Giuseppe Sorgi, “Serata Omicidio”
si pone l'arduo compito di far ridere pur mantenendo l'angosciosa
suspance del giallo d'autore, degno della migliore Agatha Christie.
E all’inizio la missione sembra sorprendentemente riuscire,
complice una platea che si lascia andare in grasse risate anche
solo per un maldestro sospiro di scena, o un ammiccante colpetto
di tosse. L'idea di base è convincente: un annuncio su
internet indica come luogo di un omicidio l'appartamento di
una donna (Irma Carolina Di Monte, l'unica degna di nota), in
procinto di traslocare. Decisa a non darvi troppo peso, si ritrova
però ad accogliere ospiti inattesi, ognuno dei quali
piombato in casa con una motivazione diversa: dall'appassionata
di gialli al detective privato in cerca di gloria, dalla non
più giovane viveur alla ninfomane paranoica. L'ansia
da omicidio guida i tempi comici, che risentono di un'esitante
immedesimazione nei rispettivi ruoli da parte degli attori.
Eppure leggendo il loro curriculum artistico, verrebbe spontaneo
escludere ogni inibizione da palcoscenico.
Dopo un primo tempo esaltante
ecco che, comune ad altri spettacoli di pugno amatoriale,
il brio si dirada e le battute si trasformano in forzature
comiche. L'indagine volta alla scoperta dell'assassino diventa
un elogio del volgare doppio senso (passi il carezzevole tributo
al teatro dell'assurdo, ma accostare un cadavere a qualsivoglia
libidine sessuale repressa è più un macabro
feticismo che una geniale trovata artistica), mentre ci si
avvicina alla risoluzione del caso: chi sarà l'assassino?
La mancata risposta a questa domanda è l'unico motivo
che potrebbe spingere ad andare a vedere “Serata Omicidio".
Il finale però, con i toni che mutano dal giallo al
rosa, potrebbe urtare la suscettibilità di non pochi
spettatori: se il nobile intento finale era quello di veicolare
un qualche messaggio sociale di uguaglianza, l'obiettivo è
stato miseramente fallito. Meglio fingere che l'intera pièce
teatrale sia una commedia con del potenziale inespresso, o
forse represso.
[gianluigi cacciotti]
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