Il
teatro di Feydeau è caratterizzato da un meccanismo
composto di equivoci perfettamente plausibili, di
entrate ed uscite, di incontri impossibili e false
scoperte, di rimandi e coincidenze, in un gioco maniacale
ed aggrovigliato, in cui sembra impossibile trovare
il bandolo della matassa. Matassa in cui i personaggi
cadono e più fanno per uscirvi, più
ne restano imbrigliati.
È il canovaccio che si ripete in Sarto
per Signora dove Molineaux, dottore in medicina
e fresco sposo con la giovane Yvonne, perde il pelo
ma non il vizio di intrattenersi in fuggiasche relazioni
con donne vistose ed indipendenti. Per nascondere
il proprio vizio alla giovane moglie, coinvolgerà
in un vorticoso gioco degli equivoci la suocera, il
cameriere, l'affittuario invadente, la moglie dell'amico
invadente, nonché l'amante, il marito dell'amante,
l'amante del marito dell'amante.
Un
costrutto teatrale costruito su personaggi stereotipati
combinati e messi in gioco con grande maestria ed
un ritmo che si fa sempre più vorticoso, sincopato,
condito di continue sorprese e ribaltamenti di fronte.
Sarto per Signora è
un vorticoso giro sulle montagne russe, che dietro
alla forma del teatro meccanico, nasconde una feroce
critica alla società borghese, illustrando
con cinico sorriso l'essere dietro l'apparire, i vizi
privati dietro le pubbliche virtù, il principio
di piacere che si cela dietro il principio di ragione
che dominava la società di fine ottocento in
cui Feydeau visse, e che si perpetua ancora oggi.
La brillante messa in scena di Nuccio Ladogana esalta
tutti questi elementi, che rendono la commedia estremamente
godibile e divertente, grazie anche ad una compagnia
affiatata e in parte come Roberto Della Casa, Diana
De Toni, Anna Cianca, Giorgio Carminati, Gino Nardella,
Anna Casalino, Monica Belardelli e Flavio Bucci.
Su
quest'ultimo è necessaria una importante precisazione.
Reduce da un'operazione per la frattura della tibia
e del perone, Bucci è andato comunque in scena,
recitando, visibilmente sofferente, su una carrozzella
che ne ha di molto limitato i movimenti sulla scena.
Questo fatto, che colpisce il primo attore della compagnia,
il cardine intorno al quale tutto si muove, crea evidenti
problemi allo spettacolo, depotenziandone alcuni passaggi
e rallentando il ritmo dell'azione. D'altra parte,
risulta ammirevole la volontà dell'attore di
non deludere il numeroso pubblico romano accorso alla
prima nella storica Sala Umberto di Via della Mercede
a Roma, dimostrando rispetto per la platea ed un senso
di abnegazione verso un mestiere che non ammette pause
e non prevede dolori e infortuni.
The Show Must Go On...
[fabio melandri]