La
tradizionale creatività di Luigi Magni rivive
anche nel teatro con lo spettacolo La
santa sulla scopa, in scena al teatro Ghione
fino al 25 ottobre. Anche in questa occasione le protagoniste
sono Roma e le vulgate popolari di una città
che nello sviluppo e nella diffusione di leggende
non è seconda a nessuna altra. Siamo in piena
Controriforma. Nella notte di San Giovanni si festeggia,
ma Silvestra (Franca d’Amato), accusata di stregoneria
trascorre l’ultima notte da viva: all’alba
verrà messa al rogo con l’accusa di stregoneria.
Eppure la donna si dichiara innocente. Prima che trascorrano
queste ultime, interminabili ore, a confortarla giunge
una suora, Apollonia (Sandra Collodel), della confraternita
della Consolazione e delle Grazie. Dopo l’iniziale
diffidenza, tra Apollonia e Silvestra si creerà
un’intimità viscerale.
Due
donne, due credenze e due modi di interpretare il
rapporto con le pulsioni e con il desiderio. Se la
strega Silvestra è diretta e racconta le sue
esperienze senza peli sulla lingua, Apollonia è
inesperta, castamente innamorata del signore, ma profondamente
desiderosa di sapere cosa significhi. Un dualismo
tra bene e male, santità e stregoneria; fattori
che con il procedere della vicenda si mischiano e
incastrano, facendo perdere la netta separazione iniziale.
Spettacolo
di genere, che appaga gli appassionati di Luigi Magni
e della romanità verace, schietta e senza sottotesti.
Quello che viene proposto è quello che si assimila,
prendere o lasciare. In scena due sole attrici, la
Collodel e la d’Amato, che riescono a dominare
il palcoscenico nella sua interezza. Un spettacolo
leggero, che lascia poco spazio alla riflessione.
[valentina
venturi]