“Romeo
e Giulietta” di W. Shakespeare è in scena
al Valle, all'interno della rassegna monografica dedicata
a Serena Sinigallia. Un classico, riproposto a quindici
anni dal primo spettacolo prodotto dall’Atir,
(Associazione teatrale indipendente per la ricerca),
di cui la Sinigallia è direttore artistico,
in una veste e un cast rinnovato. “Romeo e Giulietta”,
pregevole capolavoro shakespeariano, è una
prova importante per qualsiasi regista che voglia
sconfiggere i luoghi comuni e le facili e obsolete
soluzioni performative. La Sinigallia è sicuramente
una valida autrice, creativa ed energica, così
come pieno di energia, colorato e movimentato si presenta
lo spettacolo. Interessanti le soluzioni spaziali
e il lavoro di ensemble della compagnia, così
come la capacità di far arrivare al pubblico
il testo shakespeariano.
Tuttavia
lo spirito quasi goliardico che permea l’allestimento,
sottrae al lavoro il momento lirico-poetico e soprattutto
la tragedia che coinvolge i due giovani trascinati
dal destino in una storia di amore e morte. Il monologo
della fiala e la morte di Giulietta, momenti di forte
acme drammatico, non raggiungono del tutto quell’intensità
che il testo, una tragedia appunto, richiederebbe.
Apprezzabile comunque l’intera operazione e
il lavoro degli attori: Mercuzio e Romeo emergono
sugli altri, che si relazionano in scena in modo organico
e credibile. Da rilevare i costumi e le scene, che
riescono con elementi essenziali, giocati tra l’antico
e il moderno, a ricreare l’atmosfera medievale.
Applausi entusiasti al finale. [annalisa
picconi]