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Autore:
William Shakespeare |
Adattamento:
Andrea Baracco, Giulia Dietrich |
Regia:
Andrea Baracco |
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Scene:
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Costumi:
Emanuela Stucchi |
Musica:
---------------------------
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Luci:
Camilla Piccioni |
Produzione:
Compagnia “I Termini” con il Patrocinio dell’Accademia
Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”,
Trilly Produzioni |
Interpreti:
Piergiuseppe Di Tanno, Livia Castiglioni, Roberto Manzi,
Elisa Di Eusanio, Enzo Curcurù |
Anno
di produzione:
2009 |
Genere:
drammatico |
In
scena:
fino al 3 Maggio al Teatro Belli di Roma |
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“Se
Amore è brutale con te, sii brutale con Amore,
rendi a lui puntura per puntura, e lo metterai giù”.
È Mercuzio a parlare, protagonista dell’adattamento
della famosa tragedia di Shakespeare in scena al Teatro
Belli fino al 3 maggio. Romeo e Giulietta sono comprimari
ma la tragedia vera è quella consumata da Mercuzio,
l’amico di Romeo, definito dal regista Andrea
Baracco “tragedia egli stesso”.
Lo spettacolo è una sintesi ben riuscita dell’opera
in cinque atti del drammaturgo inglese: in poco più
di un’ora la storia si compie senza sofferenze
né nostalgie per la versione originale. La
vicenda è nota a tutti e nell’adattamento
di Baracco e Giulia Dietrich non manca nulla.
Quando si apre il sipario, sulla scena ci sono i cinque
attori che, a turno, presentano i propri ruoli. Tre
di essi ne ricoprono più di uno e soprattutto
questi ultimi sono da elogiare per la disinvoltura
e la naturalezza con le quali hanno affrontato il
passaggio dall’uno agli altri. Enzo Curcurù
è un Mercuzio ambiguo e fedele: follemente
aggressivo nel suo essere uno spirito libero. Ucciso
con un colpo di spada da Tebaldo (che ha le sembianze
di Gaia Saitta, in questa versione anche Nutrice e
Donna Capuleti: ugualmente convincente sotto tutte
e tre le spoglie), viene poi vendicato da Romeo che
a sua volta lo ucciderà.
Ma Curcurù è anche Baldassarre, servitore
di Romeo, e poi Frate Giovanni e Speziale: a ognuno
di questi personaggi conferisce un’anima propria,
sicché non si può dire quale dei tre
gli calzi meglio addosso.
Infine c’è Benvolio, il collante di tutta
la storia, colui che permette a tutti di sapere, che
informa “i grandi, il mondo adulto dei fatti
senza tuttavia correre il rischio di partecipare ai
conflitti”. La sua è una posizione ibrida
resa brillantemente da Roberto Manzi, interprete anche
di Frate Lorenzo.
Di delicata ironia la rivisitazione della famosa scena
del balcone in cui Giulietta (Livia Castiglioni) subissa
di parole il povero Romeo (Piergiuseppe Di Tanno)
che fatica a pronunciare le sue, parole che tuttavia
non perdono la loro innata e indiscussa bellezza e
profondità.
La scena nuda, illuminata dalla bravura degli attori,
è agevole supporto all’immaginazione
che si svincola dalle coordinate spazio-temporali
anche grazie alla scelta di costumi tipicamente moderni.
Uno spettacolo che risponde a quanti si chiedano il
perché dell’ennesima riproposizione di
una tragedia già troppe volte rappresentata.
[patrizia vitrugno]
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