“Kheperer”
e “Nostos” sono due coreografie che nascono
dalla collaborazione dei danzatori romani residenti
ad Amsterdam Federica Dauri e Stefano Taiuti, con lo
scultore olandese Egon Schrama.
“Intersection”
(intersezione): quando arti diverse si incontrano
il risultato è potente.
In
“Kheperer” la Dauri adatta, muove il corpo
nello spazio costrittivo della scultura di Schrama:
una lastra di plexiglas sospesa su una base di ferro.
La danzatrice ci mostra quanto si può dire
e creare nonostante, o forse grazie, all’ostacolo/opportunità
dell’oggetto. Il corpo nudo, elastico esplora
lo spazio con lentezza e consapevolezza. Evoca quasi
un feto nel grembo materno, o anche un corpo che ritorna
alla terra, o più semplicemente un insetto
visto al microscopio, come precisato nelle note della
performance. In “Nostos” di Taiuti si
avvertono suggestioni che creano atmosfere, musica
come vento che sibila, luci in uno spazio vuoto, una
trave appesa a due fili sottili. Difficile equilibrio?
Taiuti è un corpo plasmato dal vento, in uno
spazio quale espansione della dimensione interiore.
L’arte, in un mondo frenetico, riporta lo spettatore
alla poesia della lentezza. Il silenzio dopo la musica
è magico. Il corpo sospeso è relazione
del danzatore con l’oggetto sospeso. Sembra
di stare in un festival delle arti del Nord Europa…
Finalmente. L’apertura, il confronto, la combinazione
di arti e nazionalità diverse danno un’intensità,
una percezione di attimi infiniti. [deborah
ferrucci]