L’ultimo
lavoro di Mario Prosperi “Rimetti
a noi i nostri debiti” è
la tragedia degli ultimi: coloro che perdono il lavoro,
la casa, la famiglia e che oberati dai debiti scelgono
di diventare invisibili, cambiando identità,
confondendosi tra i nomadi. Tutte le certezze perdute
e il nomadismo come unica condizione di vita possibile.
“Rimetti
a noi i nostri debiti” è
la storia di Anastasio (Prosperi) che trova una dimensione
tragicomica nel lasciarsi la vita “normale”
alle spalle. Abbandona una casa, un lavoro e la moglie
Melania (Rossella Or) per sposare (da bigamo) la zingara
Sara (Paola Pace) e vivere con lei in una roulotte,
facendo il clown in luoghi imprecisati. Melania sposa
il poliziotto (Roberto Zorzut) che l’arresta
e dopo varie vicissitudini, si ritrovano tutti insieme
appassionatamente in un campo (né nomade, né
di concentramento) bevendo, scherzando e filosofeggiando.
La storia segue
due filoni: quello quotidiano, ovvero il dramma della
crisi attuale e l’impatto sull’uomo qualunque
e l’altro di ampio respiro, universale, verso
il significato profondo del senso biblico della “remissione
dei debiti”: chi non perdona, chi non rimette
i debiti è colpito dalla violenza della folla,
nel caso specifico è il poliziotto. In questa
guerra tra poveri non ci sono né vincitori
né vinti, tra chi crede di applicare fermamente
le regole e chi le subisce.
Sembra che Prosperi
tenti la strada del dilemma libertà/regole,
prediligendo la prima. Le regole sono espresse sulla
scena da un campo di concentramento, recintato da
un filo spinato, con un poliziotto felice di essere
un ferreo esecutore. E’ proprio così
semplice? Forse no, ma l’idea è interessante,
attuale e i due piani, reale e metaforico-spirituale
funzionano, come il contrasto recitativo tra gli interpreti.
Rossella Or è una Melania eterea, un personaggio
alla Tennessee Williams con una recitazione sussurrata,
echeggiata, quasi da attrice di altri tempi: è
così vera, così personale, attrice nel
senso migliore del termine. Paola Pace, la zingara,
è definita, precisa, divertente, saggia, autentica.
Gli interpreti maschili (Prosperi e Zorzut) sono un
po’ meno convincenti, abbozzati, meno rifiniti,
ma l’impronta c’è. Un po’
di pulizia tra testo e resa scenografica e lo spettacolo
diventerà intenso e forte. [deborah
ferrucci]