Il
Teatro Vittoria conclude la stagione con lo spettacolo
vincitore della rassegna “Salviamo i talenti
- premio Attilio Corsini 2013”. Ispirato agli
appunti e al diario di Riccardo Lerro “Riccardo
e Lucia” è tratto da
una storia vera: il racconto di una vita che si muove
seguendo il filo rosso dell’amore, della passione
politica e del dolore nell’assenza. Una narrazione
semplice, sullo sfondo di una Puglia del Secondo dopoguerra,
con protagonisti un uomo, una donna e il loro amore
eterno ma imperfetto.
Poeta e attivista politico
lui, semplice e pragmatica lei, si ritrovano naufraghi
(sia pure in modo diverso) dello stesso Fascismo,
in una Puglia povera ma laboriosa. Lo spettacolo è
fresco e delicato nonostante il clima storico in cui
è ambientato. La scenografia (povera) utilizza
il mobilio strettamente necessario a sostenere il
racconto (qualche seduta, una scrivania, un piccolo
albero munito di carrello). Gli attori (Ivana Lotito
e Pio Stellaccio) si muovono bene sul palcoscenico
e hanno familiarità con il dialetto in cui
recitano per quasi tutta la durata della pièce.
Divertenti i giochi amorosi e le scaramucce sul boccascena,
in una sorta di varco tra un fondale e l’altro,
creato con l’utilizzo di due ampi pannelli laterali.
Le luci ricostruiscono ad hoc ambienti raccolti ed
intimi, assecondando le esigenze della narrazione
e lo stato emotivo dei personaggi. Il lavoro risulta
curato nei minimi dettagli; gli stessi costumi sono
conformi all’epoca, fini e armonizzati.
Nell’insieme tutto
procede fluido, ma manca di mordente: come se nell’evoluzione
di questa favola si attendesse un punto di svolta
che non arriva mai, ma forse è una scelta drammaturgica
di raccontare un semplice spaccato di vita, al di
là del quale non sembra esservi alcun messaggio
specifico.
[benedetta
corà]