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Anno
2011
Genere
musical
In
scena
fino al 20 maggio
Sala Umberto | Roma
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Autore |
Choderlos
de Laclos |
Adattamento/Traduzione |
Giovanni
De Fedis |
Regia |
Giovanni
De Fedis |
Scene |
Andrea
Bianchi |
Coreografie |
Alessandro
Maglietta |
Luci |
Stefano
Pirandello |
Musica |
Alessandro Mancusi |
Interpreti |
Corrado
Tedeschi,
Lorenza Mario,
Giulia Fiume,
Rossella Vicino,
Emanuele Lucas,
Anna Vinci,
Goffredo M.Bruno,
Camilla Maffezzoli |
Produzione |
TheBigOne |
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Il
romanzo pruriginoso di Cholderlos de Laclos “Le
relazioni pericolose” è stato prima
un film di successo per la regia di Stephen Frears (3 premi
Oscar), e oggi viene trasformato in un’anomala ma interessante
opera musicale grazie alle musiche del Maestro Alessandro Mancuso
e la regia di Giovanni De Feudis. “È la storia
di un libertino a metà fra il collezionismo rude e senza
scrupoli di Don Giovanni e la poesia erotica del sessismo di
Casanova – racconta il regista – ambientata nella
Francia pre-rivoluzionaria. Un intreccio perfetto ed a tratti
morboso di tradimenti, passioni, sfide e memorabili notti d'amore
dove nessuno è completamente estraneo; dove ognuno ha
il proprio ruolo, una vita da giocarsi in una notte”.
Il Musical
ha come protagonisti Corrado Tedeschi, coscientemente debole
nel cantato, un po' troppo timido nel recitato e Lorenza Mario,
un passato da soubrette televisiva, apprezzata interprete
della versione italiana del musical “Chicago”
con Luca Barbareschi, è bella e brava nel dipingere
il suo personaggio (Madame Marie de Tourvel sedotta ed abbandonata)
senza sbavature e con molta umiltà.
Ma la
forza e la sensualità dello spettacolo risiede nelle
interpreti femminili della compagnia. Su tutte svetta la rivelazione
Giulia Fiume, brava tanto nel cantato - dove mostra una voce
forte e sicura -, quanto nel recitato, capace di colorare
il suo personaggio di sfumature suadenti e innocenti al tempo
stesso.
Le scene
di Andrea Bianchi attraverso pannelli, giochi di luci e videoproiezioni,
frantumano, come in uno specchio rotto, l'unicità e
i limiti di un singolo spazio scenico, creando situazioni,
aiutando il passaggio dal recitato al cantato e viceversa.
Grazie alle musiche del già citato Mancuso (non tutte
riuscitissime ma con almeno un paio di motivetti che rimangono
in testa) ed alle coreografie di Alessandro Maglietta che
raccontano e portano avanti la trama, lo spettatore è
aiutato a calarsi nella vicenda.Uno
spettacolo che merita attenzione, interesse, curiosità.
[fabio melandri]
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