"Il
recinto" apre la rassegna teatrale "Punti
di rottura" in cartellone al teatro Piccolo Re
di Roma nel fine settimana dal 16 aprile al 2 maggio.
Il titolo introduce una scena claustrofobica, probabilmente
una cella di prigione, dove al suono martellante di
una sirena vengono introdotti sulla scena tre uomini:
uno zingaro, un giornalista e un prete. Queste tre
figure rappresentano altrettanti modi di stare nel
recinto reale e metafisico dell'umanità: lo
zingaro rappresenta il cuore, la musica, l'anima libera
e creativa; il giornalista rappresenta la ragione,
la lucidità del pensiero nella lotta verso
la libertà; il sacerdote rappresenta la fede,
la religione, ma è anche sintesi delle altre
due figure, è l'eterno dilemma tra la ragione
della fede e la ragione del cuore, dell'amore.
Lo spazio è fuori dal tempo. Non importa dove
siamo, importa chi siamo e come rappresentiamo noi
stessi.
La storia e la regia di Giorgia Lepore propongono
immagini nitide, incentrate su dialoghi profondi,
pause, silenzi. Lo spettacolo fluisce armoniosamente
e non importa dove conduca, lo spettatore sa ed aspetta
il momento di verità di ciascun personaggio,
il momento nel quale rivelerà il suo dramma.
Basta uno scambio di identità a far trionfare
il cuore?
Alessandro Averone, il giornalista, è la ragione,
ha la voce profonda e metallica della lucidità;
Davide Lepore, lo zingaro, è la morbidezza,
dei gesti, dell'esperienza, del sentimento; Marco
Quaglia, il sacerdote, costruisce il suo personaggio
a poco a poco, senza che il pubblico se ne accorga,
e quando arriva la sua confessione di omosessuale
innamorato, il dolore è autentico. Bravissimi
tutti gli attori e la regista Lepore, che li dirige
senza protagonismi.
[deborah ferrucci]