Una
stanza di ospedale, i neon bianchi e una flebo attaccata
al braccio della marchesa di Marteuil. È questa
l'immagine rarefatta e ipnotica che Valter Malosti
offre al pubblico in questa superba rappresentazione
di “Quartett -
Le relazioni pericolose”. Un
uomo e una donna, Valmont e Marteuil, si affrontano,
si scontrano e tramano biecamente i loro disegni di
seduzione e morte. I libertini sono i protagonisti
del romando maledetto “Le
relazioni pericolose” di de
Laclos, capolavoro della letteratura francese. Muller
ne prese ispirazione dando vita a questa pièce
a due, “Quartett”, dove gli attori si
scambiano i ruoli, interpretando anche le vittime:
la vergine Volanges e la casta moglie Madame de Tourvel.
Quattro personaggi quindi per due interpreti.
L'ambientazione
è sorprendente: ci troviamo sia in un bunker
post-bellico che in un salotto francese della seconda
metà del Settecento: queste le indicazioni
che Muller lasciò nel copione della pièce
e che l'attenta estetica della regia di Malosti restituisce
oggi al pubblico. In questo luogo Marteuil e Valmont,
interpretati da una giunonica Laura Marinoni e da
un possente Valter Malosti, annoiati e uniti da un
morboso cinismo, attuano i loro piani di morte.
Il
testo è provocatorio, ironico e dissacrante;
la rappresentazione affascinante e seducente. Lo scontro
tra i due sessi è utilizzato come metafora
del potere: i ruoli possono sempre ribaltarsi, confondendo
la vittima con il carnefice, il dominato con il dominatore.
Si esce dalla sala riflettendo sulle conseguenze che
nell'uomo genera la sete di potere, se legata a un
narcisismo estremo. L'essere ripiegati su se stessi,
in un continuo stato di contemplazione del proprio
io, porta all'allontanamento immediato dalla realtà.
Ne conseguono solo e unicamente delle relazioni pericolose
per sé e per gli altri.
[giovanna gentile]