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Anno
2012
Genere
musical
In
scena
Teatro Brancaccio | Roma
dal
10 maggio Tetaro Rossetti | Trieste
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Autore |
Stephan
Elliot, Allan Scott |
Regia |
Simon
Phillips, Toto Vivinetto |
Scene |
Brian
Thomson |
Coreografie |
Ross
Coleman, Andrew Hallsworth |
Costumi |
Tim
Chappel, Lizzy Gardiner |
Luci |
Nick
Schlieper |
Musica |
Stephen Murphy |
Interpreti |
Antonello
Angiolillo, Simone Leonardi, Mirko Ranu, Maurizio Arena,
Loredana Fadda, Valeria Belleudi, Giadas D'Auria |
Produzione |
Nullarbor
Productions, MGM ON Stage, M.A.S., PoltroniSSima |
|
A
tempo di musica. Musical che diventano film al cinema; film
che diventano musical a teatro; musical teatrali che diventano
pellicole cinematografiche… Ce n'è per ogni dove.
A conferma debutta a Roma, dopo il successo milanese della scorsa
stagione, “Priscilla La
regina del deserto”, musical tratto dall'omonimo
film di successo di Stephan Elliot del 1994, portato al West
End di Londra dallo stesso regista australiano ed ora nella
versione italiana a cura del regista Toto Vivinetto e del coreografo
Thomas Signorelli. I due riadattano italianamente il registro
scenico e registico originale.
La storia è nota: "Priscilla"
è l'avventura on the road di tre amici che, a bordo
di un vecchio bus rosa soprannominato Priscilla, partono per
un viaggio attraverso il deserto australiano alla ricerca
di amore e amicizia, finendo per trovare molto di più
di quanto avessero mai immaginato. La scintilla che mette
in moto tutto è Tick/Mitzi che accetta l'invito dell'ex
moglie ad andare a trovare il giovane figlio che desidera
conoscere un padre «tanto speciale»: Mitzi è
una Girls che si esibisce in spettacoli burleschi di travestitismi
con le fidate amiche Bernadette e Felicia. Tra colori sfavillanti,
musiche Anni Settanta, colori sgargianti ed un pullman rosa
nel deserto australiano, inizia un viaggio che sullo schermo
entusiasmava, emozionava, divertiva; sul palcoscenico l'effetto
non si ripete. Purtroppo.
Quando il mondo gay viene
messo in scena (cinema o teatro che sia) in Italia, l'equilibrio
ed il senso della misura, salvo rari casi, vengono dimenticati
a favore di ammiccamenti, strizzatine d'occhio, gridolini
e tutto l'armamentario stereotipato sull'argomento. Priscilla
non si distacca da questa usanza, cadendoci abbondantemente
con entrambi i piedi. Aggiungiamo un impianto di spettacolo
che banalizza e troppo semplifica i contenuti del film di
riferimento (a onor del vero è difficile rendere un
road movie su un palcoscenico ristretto come quello teatrale),
e la frittata è completa.
Antonello Angiolillo nel ruolo del protagonista Mitzi convince
poco nel recitato, meglio nel canto; mentre Mirko Ranu in
quello di Felicia è troppo sopra le righe, al punto
da cadere negli stereotipi di cui sopra. Punto fermo e convincente
dello spettacolo è Simone Leonardi che nel ruolo di
Bernadette svetta su tutti anche grazie al personaggio, ben
delineato e riuscito rispetto a tutti gli altri. Lo spettacolo
vive di lampi improvvisi con coreografie di stampo televisivo;
costumi tanto kitsch nelle intenzioni quanto grotteschi e
fuori luogo nelle realizzazioni; musiche che rielaborano evergreen
ed un passaggio tra italiano (recitato) e cantato (inglese)
a cui è difficile abituarsi. “Priscilla”
vive così di piccoli espedienti, ammiccamenti verso
un pubblico ben disposto a farsi sedurre e coinvolgere, nonostante
tutto.
[fabio melandri]
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