Un
uomo ritorna nella città della sua giovinezza
riattraversando luoghi che gli rinnovano sentimenti,
pensieri e immagini dimenticate.
In questo percorso nello spazio davanti a sé
e nel tempo dietro di sé si ritroverà
in un bar dove riconoscerà nel cameriere che
lo serve il ragazzo che a quindici anni gli fece scoprire
l’amore ed il destino omosessuale della sua
vita.
Primo amore è in primis una storia d’amore.
In due sensi: l’amore (il primo) per un’altro
ed un amore (anche questo il primo) per il luogo d’origine;
un ritorno all’origine sentimentale e geografico,
che apre il varco ad un doloroso riaffiorare della
memoria.
La storia che si racconta snodandosi attraverso un
labirinto di parole, dove carne e desiderio si mescolano,
ci conduce davanti a quel primo passo incandescente
verso se stessi che è ogni Primo
Amore.
Letizia
Russo scrive questo testo nel 2005 per il festival
gay “Garofano verde” cercando di dare
corpo e realtà di sentimenti all’amore
di due uomini e per fare questo attinge a ciò
che riconosce come comune ad ogni storia passionale
che è la dinamica del desiderio e soprattutto
alla propria intima attrazione per il corpo maschile.
Ripercorrendo la matrice di questa genesi abbiamo
voluto prestare al protagonista maschile la sensibilità
di un’interprete femminile che potesse illuminare
il testo attraverso una nuova prospettiva. Così
pur essendo ancora dichiaratamente un uomo, questo
personaggio si anima di percorsi, sfumature e peculiarità
che affondano il loro farsi nel corpo di una donna.
L’universo poetico di Letizia Russo permette
di esporsi in un percorso senza rete. Il suo linguaggio
è una sfida constante, perché instabile,
imprevedibile difficile da padroneggiare, ma gratificante
sia per l’interprete sia per il pubblico quando
assunto con rigore e musicalità.