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Autore |
Giuseppe
Patroni Griffi |
Regia |
Fabio
Grossi |
Scene |
Luca Filaci |
Costumi |
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Luci |
Umile
Vainieri |
Coreografie |
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Musica |
Germano
Mazzocchetti |
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“Prima
del Silenzio”, la commedia scritta
da Giuseppe Patroni Griffi nel 1979 torna a rivivere
con Leo Gullotta al teatro Eliseo di Roma per la regia
di Fabio Grossi. Al centro dell’opera c'è
la parola, nel confronto-scontro tra un giovane ventenne
e un cinquantenne che il destino ha fatto incontrare.
La parola, logorata dall'aridità contemporanea,
implode in due soliloqui, due mondi diversi che tali
resteranno, uniti solo nell'isolamento e nella ricerca
spasmodica di essere compresi, ognuno a proprio modo.
Il testo per essere completo, come tutte le opere teatrali
e in particolar modo per “Prima del Silenzio”
(visto il meta-tema), si affida all'interpretazione
e alla capacità espressiva: Patroni Griffi affida
quindi agli attori il compito di dare corpo e carne
alla “parola” che è la vera protagonista
e poi alla riflessione, al quel silenzio che ne dovrebbe
seguire quando se ne constata la fine.
E
qui arrivano i nodi dello spettacolo: il giovane attore
Eugenio Franceschini non riesce a tenere il passo
all'ingombrante Leo Gullotta che sa regalare anche
momenti di poesia, a dispetto del suo discorso a tratti
molto “cerebrale”. Motivato ed energico
sul palco, il pur promettente Franceschini non riesce
a sentire il personaggio, né a dargli lo spessore
e l'intensità necessarie per renderlo credibile
nella sua giovanile, ma non priva di pensieri, immaturità.
Il testo è impegnativo, considerando anche
i precedenti storici: per la prima volta nel 1979
al teatro di Via Nazionale c'erano Romolo Valli e
Fabrizio Bentivoglio. «È uno scontro
generazionale - dichiara Gullotta presentando lo spettacolo
-, il racconto ancora di grande attualità del
fallimento dell’essere umano del fallimento
della parola, del fallimento dei rapporti, del fallimento
della poesia». Interessante la trovata di far
apparire gli altri interpreti sotto forma di 'apparizioni
digitali', fra cui una brava Paola Gassman che veste
i panni dell'ex moglie del poeta. «In definitiva
le parole rappresentano la sua capacità di
lottare e sopravvivere - sostiene Giuseppe Patroni
Griffi -. Per l’uomo le parole sono espressione,
comunicazione, creatività, possibilità
infinita di rimuovere l’oblio dei ricordi, fare
rivivere il passato o meglio vivificarlo in un eterno
presente».
E
in fondo questo è anche un testo sul passato
andato via, con le lacerazioni e i dolori che lascia
e sulla possibilità che ha la parola, quella
poetica, di ricucire il tempo.
[s.p.]
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Interpreti |
Leo
Gullotta, Eugenio Franceschini con le apparizioni
di Sergio Mascherpa, Andrea Giuliano
e con l’apparizione speciale di Paola
Gassman |
Produzione |
Teatro
Eliseo in collaborazione con Fuxia contesti
d’immagine |
In
scena |
fino
al 17 Novembre al Teatro Eliseo | Roma |
Anno |
2013 |
Genere |
drammatico |
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