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Autore:
Giampiero
Rappa |
Traduzione: |
Regia:
Giampiero
Rappa |
Scene:
Barbara Bessi |
Costumi:
Barbara
Bessi |
Luci:
Gianluca Cappelletti |
Musica:
Massimo Cordovani |
Produzione:
Fattore K e Compagnia Gloriababbi
Teatro |
Interpreti:
Valentina Chico, Andrea Di Casa,
Filippo Dini, Gualtiero Burzi, Ilaria Pardini, Sergio
Grossini, Giampiero Rappa, Gisella Szaniszlò |
Anno
di produzione: 2010 |
Genere:
drammatico |
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“Prenditi
cura di me” è una sottile preghiera.
Una velata richiesta di aiuto che il dottor Maggi
non ha il coraggio di rivolgere ai suoi pazienti.
Forse è tutto qui il suo dramma. Ma cosa manca
poi al dottor Franco Maggi? È un famoso e stimato
cardiochirurgo, ha una moglie avvenente (un po’
soubrette forse, ma tant’è), la stima
incondizionata di pazienti e colleghi, è un
ligio assessore alla sanità che crede nella
“bontà” della politica. Beh però
a ben vedere qualcosa non torna. Ci son conti aperti
col passato ancora lungi dall’esser risolti,
c’è un’insicurezza di fondo, una
solitudine nascosta tra le pieghe di una vita all’apparenza
perfetta.
Ma chi è, dunque, Franco Maggi? È un
superlativo Filippo Dini, sempre più bravo,
perfezionista come il suo doppio e allo stesso tempo
naturalmente umano. Intorno a lui una moglie depressa
e insicura, la perennemente stanca Valentina Chico
che riesce a incarnare l’essenza del vuoto di
una donna incapace di vivere; poi un manager, Andrea
di Casa, col sorriso di plastica, di quelli che quando
li guardi negli occhi ti specchi nel bagliore di un
bigliettone verde. E poi un amico col vizio delle
donne, ma in crisi perché la moglie lo ha lasciato
(Giualtiero Burzi), una giornalista (Ilaria Pardini)
alle prime armi ma con le giuste domande e l’amico,
ma forse anche un po’ nemico (lo stesso autore/regista
Giampiero Rappa), che crede/spera di scappar via con
la di lui moglie. Nel già affollato quadretto
di una rinomata clinica si incrociano anche le storie
dei pazienti: una su tutte quella di una ragazzina
(Gisella Szaniszlò) che farà precipitare
il cardiochirurgo talmente tanto in basso da poterne
risalire solo, alla fine di tutto, con la soluzione
tra le mani. Semplice, evidente, lapalissiana.
Giampiero Rappa è bravo: bravo come attore,
bravo come regista, bravo come autore. Il risultato
non poteva che essere all’altezza dei tre requisiti
sopra menzionati. Lo spettacolo è un insieme
sapientemente calibrato, un mix di tragedia e commedia,
la rappresentazione, purtroppo, della nostra realtà.
Tragicomicamente attuale.
[patrizia
vitrugno]
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