Frizzante,
struggente, malinconico, divertente. Tutto questo
è lo spettacolo "Precarie età".
Il critico culinario "Ego" nel celebre cartone
animato "Ratatouille" chiedeva allo chef
di dargli un po' di "prospettiva". Questo
spettacolo serve, al pubblico e a chi scrive sul teatro,
una prospettiva.
È una storia dei nostri anni, in cui tutto
è a tempo determinato: il lavoro, la vita sentimentale,
l'età soprattutto. Le protagoniste hanno 50
anni e sono reali, non come le favole raccontate in
alcune riviste in cui in copertina si mettono degli
esempi di coetanee con una vita fantastica, amanti
giovani, fisici perfetti e vite invidiabili. Questo
spettacolo racconta l'altra faccia della medaglia,
più vicina alla maggioranza delle persone:
due donne abbandonate, una dal lavoro (Marina Battaglia/Maria
Paiato) e l'altra dal marito (Silvana Nobile/Patrizia
Milani). In questo rovescio della vita queste donne
troveranno la forza per inventarsi qualcosa di nuovo,
una prospettiva appunto, un'amicizia che le salva
perché "nessuno si salva da solo"
direbbe una scrittrice dei nostri tempi.
È un testo scritto bene, recitato bene, diretto
bene. Ha i tempi giusti e il ritmo giusto. Le interpreti
sono naturali nella parte, piene di energia e di voglia
di vivere.
Maurizio Donadoni crea uno spettacolo con la vita
all'osso, i valori fondamentali, lontano dagli inganni
e dalle illusioni del consumismo, del mondo virtuale,
di oggetti che tolgono aria ed energia alla vita di
tutti i giorni.. In più, ridendo. Un po' "Bagdad
Café", un po' "Donne sull'orlo di
una crisi di nervi". Poetico e elettrizzante.
Da vedere e da ricordare. [deborah
ferrucci]