In
“Pornografia”
Witold (un nervoso e iperattivo Riccardo Bini) e Federico
(Paolo Pierobon, perfetto alter ego), amici di mezza
età, intellettuali e cervellotici dediti a
incontri incentrati su Dio, arte, nazione e proletariato,
vengono ospitati in una casa di campagna durante l’occupazione
nazista della Polonia. I due, dopo l’iniziale
e inevitabile noia, vengono attratti dalla bellezza
e dalla giovinezza di Enrichetta (Lucia Marinsalta)
figlia dei padroni di casa e dalla presenza di Carlo
(Loris Fabiani) giovane a loro servizio. Gli anziani
non riescono a darsi pace del fatto che i due giovani,
coetanei e reciprocamente piacenti, siano completamente
indifferenti l’uno all’altra. La noia
e la mente che vaga spinge i due voyeur all’atto
estremo: ideare un delitto che suggelli l’unione
dei ragazzi.
Come ben descrive
il giornalista Rodolfo di Giammarco su Repubblica,
in scena «c’è un disadorno e lucido
contrapporsi di personaggi che entrano ed escono come
linearmente fanno i pochi arredi, con articolazioni
di diversi piani espressivi, con sensualità
elevate a schemi verbali». Luca Ronconi dirige
uno spettacolo impegnativo, lungo e pregno di spunti
di flessione che per la loro abbondanza rischiano
però di restare imbrigliati nella durata stessa.
Bini
e Pierobon sono dei perfetti mattatori, in grado di
sostenere e sostenersi lungo tutta la cavalcata di
tre ore. Le idee registiche (ad esempio il bosco che
scorre su pannelli con ruote, la carrozza in ferro,
l’ammasso di poltrone, corpi e mani), confermano
il prezioso lavoro mdi ricerca che Ronconi porta avanti
ormai da anni. Teatro per intenditori, ma anche e
soprattutto per chi sa che uscendo si trova sfinito,
sfiancato ma insieme rigenerato.
[valentina venturi]