Dal
cinema al teatro percorrendo i sentieri di Strindberg
A
pochi mesi dalla scomparsa del regista Ingmar Bergman,
la compagnia KAOS ha pensato ad un progetto per omaggiare
la sua arte. Un progetto dove il linguaggio teatrale,
cinematografico e fotografico si intreccino perfettamente
per portare in scena i tormenti emotivi e le inquietudini
dei personaggi di Strindberg, autore prediletto da
Bergman.
Personaggi che ritroviamo ancora oggi attuali e che
Bergman ha rappresentato nelle sue opere con un tale
stato di febbrile esasperazione da rivelare, sia sulla
scena sia nei film, una vena sottilmente visionaria
dove rimane sempre confusa quella "sottile linea
rossa" che divide il sogno dalla realtà,
gli incubi infantili dalla quotidianità dell'età
matura. Dove i rapporti interpersonali sembrano perdersi,
confondersi nell'impossibilità di instaurare
un punto di contatto e di possibile scambio, prendendo
l'unica via accettabile quella del "silenzio".
Un progetto che, riprendendo in mano il dramma di
Strindberg La più forte riletto "cinematograficamente"
da Bergman nel film Persona, vuole riportare a teatro
le "tematiche" e i "linguaggi"
prediletti dal grande regista svedese. Le "tematiche"
dell'introspezione dell'animo, del difficile rapporto
tra i sessi con le loro passioni contorte e laceranti,
della società che intrappola l'uomo in schemi
a lui estranei. I "linguaggi" del teatro
e del cinema che ben pochi artisti del Novecento hanno
saputo e voluto intrecciare così strettamente
e armoniosamente come ha fatto Bergman nelle sue opere.
E quella sua particolare attenzione verso il cosmo
femminile da riuscire a coglierne gli aspetti più
nascosti mettendo in luce perfettamente le minime
sfumature dei sensi, i sussulti dei sentimenti, le
incombenze del trascorre degli anni, le diverse sfaccettature
del desiderio.
Emanuela Ponzano, regista, attrice e ideatrice della
compagnia KAOS, ha preso tutto questo materiale artistico,
intellettuale, umano e tecnico ripercorrendo il testo
di Strindberg e la pellicola di Bergman. Ha cercato
di analizzare le due donne uniche protagoniste delLa
più forte e di Persona, immaginando una rappresentazione
"intima" dove lo spazio teatrale sia il
punto di congiungimento dei diversi linguaggi della
fotografia, del cinema, del video, della musica. Una
rappresentazione che prende per mano il pubblico,
accogliendolo all'interno tra le immagini fotografiche
dei "volti delle due protagoniste" con le
loro impudiche, crude, sensuali espressioni, realizzate
dalla fotografa Michela Alessia Marcato. Il pubblico
inizia così il percorso all'interno delle pieghe
più sottili dell'essere umano, della donna
nelle sue disinvolte, pudiche, intime, manifestazioni
in un crogiuolo di sfaccettature sottolineate dall'alternarsi
dei fotogrammi di Bergman, delle due attrici in scena
- Emanuela Ponzano e Giulia Mombelli - e del cortometraggio
pensato e diretto dalla stessa Ponzano con la collaborazione
di Massimo Terranova. "In questo modo tutto lo
spettacolo permette di entrare nella sfera del non
detto, del proibito, dell'inconscio, della paura ma
anche della speranza. A cosa serve il Teatro se non
a farci riflettere e a rimandarci di continuo: chi
siamo, cosa cerchiamo o nascondiamo?" (E. Ponzano).