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Anno
2012
Genere
commedia
In
scena
fino al 30 settembre
SalaUno, Roma
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Autore |
Francisco Espejo |
Regia |
Davood
Kheradmand |
Scene |
Francesco
Ghisu |
Luci |
Fabrizio
Cicero,
Taha El Ouaer |
Musica |
Andrea Moscianese |
Interpreti |
Alessandro
Cremona,
Arcangelo Iannace |
Produzione |
2n |
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Parte
in sordina, con voce sommessa, la scena domestica di due amici
che giocano a dama e dadi, ricordano i tempi che furono «l’età
dell’oro», in una sorta di retrobottega di un supermercato.
Frustrazioni per quello che non si è realizzato nell’esistenza
di questi due amici quaranta/cinquantenni: «Si avanza…
Da nessuna parte, si invecchia… Niente figli». Immaginano
il prossimo matrimonio di uno dei due con Giulietta, non più
giovanissima e con un po’ di pancetta. «Si può
mettere il pollo cucinato all’indiana con il pesce in
un pranzo di nozze?». Sembra quasi una storia scontata,
l’amico illuso/idealista e l’alter ego cinico/realista,
la fantasia e la realtà. Poi l’autore conduce la
platea per mano a comprendere i meccanismi che regolano le relazioni
umane: il gioco, il confronto, lo scontro, il riavvicinamento
con l’offerta di una patatina o di una mentina per suggellare
la pace.
Il “fanciullino” pascoliano dei due amici si
rivela nel desiderio di inventare storie di animali fantasiosi,
Gundongo e Tic-Tac, zombie, foreste in cui combattere. E allora
anche l’amara realtà di una Giulietta che proprio
angelica non è (ha avuto una breve relazione con l’amico),
si supera portandola al di fuori, trasformandola in mostri,
lotta comune, condivisa. La folle allegria dei due diventa
contagiosa e il pubblico si lascia catturare dal gioco, ride,
tanto.
Arcangelo Iannace ha una recitazione semplice, ‘domestica’,
precisa, attenta; Alessandro Cremona è energico, tonico,
istrionico (ma deve fare attenzione a non ‘sporcare’
il testo): connubio perfetto. Il testo è efficace senza
scavare in profondità, viaggia in superficie, usa l’iperbole
per mostrare le contraddizioni della vita e la regia è
fluida. Come spesso capita, la parte più accattivante
è quella in cui gli attori agiscono senza parlare.
L’esempio è più forte.
Il Teatro Salauno rischia, prova
testi contemporanei, fa intrattenimento. Non male.
[deborah ferrucci]
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