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Anno
2012
Genere
teatro canzone
In
scena
fino al 31 dicembre 2012 al Teatro Ambra Jovinelli
di Roma
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Autore |
Rocco
Papaleo,
Valter Lupo |
Regia |
Valtr
Lupo |
Interpreti |
Rocco
Papaleo, Arturo Valiante (pianoforte), Gerry Accardo
(percussioni), Francesco Accardo (chitarra) Guerino
Rondolone (contrabbasso) e Pericle Odierna (fiati) |
Produzione |
Nuovo
Teatro di marco Balsamo e Less is More Produzioni |
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Sipario
aperto. Luci soffuse da locale jazz. Fumo. Atmosfera amichevole.
Rocco Papaleo scherza tra il pubblico, si lascia fotografare
dai fans, la band si aggira per la platea con gli strumenti
musicali. C’è sempre meno parete tra gli spettatori
e gli artisti, anche nello spettacolo “Una
piccola impresa meridionale bis”. Forte
desiderio di condivisione? Si legge nelle note di regia che
il genere di questo spettacolo è “teatro canzone”,
definizione appropriata per la regia sapiente, tesa, precisa
di Valter Lupo (una garanzia per gli attori comici/brillanti:
contiene la loro esuberanza e mantiene l’armonia dello
spettacolo) e per la scelta di testi che consentono di far apprezzare
la bravura dei singoli musicisti (poetico l’assolo al
pianoforte di Arturo Valiante, seppure con il sottofondo goliardico
dei gemiti del percussionista onanista Accardo). Su tutti prevale
il mattatore Papaleo: un po’ in stile “Basilicata
Coast to Coast” (il film in cui ha mostrato l’amore
per la sua terra, la Lucania e per la musica), un po’
allegra band del cartone animato “Gli aristogatti”
(il ritornello “Tutti quanti vogliono fare il jazz”
viene in mente spesso).
Rocco conduce il pubblico con ironia
musicale alla sua infanzia, alle passeggiate in campagna allietate
dal panino con la frittata della mamma, ai primi amori, all’amplesso
nel campeggio con gli amici, alle vite semplici dei genitori.
Non si prende mai troppo sul serio, si racconta in modo scanzonato
ma da perfezionista, senza lasciare nulla al caso. Un po’
alla Jannacci, un po’ alla Buscaglione, l’attore
canta storie dagli esiti imprevedibili (esilarante la pillola
d’amore che fa crescere la barba a lei e le tette a
lui, con grande piacere reciproco… Basta che funzioni!).
In questa commistione tra teatro e musica, ci si domanda se
il mattatore lucano riuscirà a far scatenare il pubblico
in un luogo “tradizionale” come il teatro. E alla
fine il miracolo avviene, con sorpresa della platea stessa,
seguendo i dettami della perfezione, che permea tutto lo spettacolo.
[deborah ferrucci]
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