«C’avete
solo la nebbia». È il coro più ascoltato
negli stadi di tutti gli sport, lo sfottò della tifoseria
“terrona” nei confronti di quella “polentona”
e Marco Costa, autore e regista di “Padania
Libre”, sembra ben ricordarselo in una
delle prime scene della commedia.
Ginevra Casunziei (Cristiana
Vaccaro), ragazza polentona di Forcola nella Valtellina, porta
il fidanzato terrone Giuseppe Fornasetti (Fabrizio Sabatucci),
detto Pepi, al cospetto della squinternata famiglia padana:
il padre Egidio (Roberto Stocchi), macellatore di animali
da pelliccia in pensione, Adelina (Antonella Alessandro) madre
casalinga moderna frequentatrice di Facebook e il fratello
Ottone (Andrea Planamente), disturbato dalla sindrome di Tourette
(di «Toilette» per il padre padano). Si potrebbe
pensare che sia una commedia furba, con citazioni evidenti
dei film “Indovina chi
viene a cena” e “Benvenuti
al sud” e invece questa commedia è
sorprendentemente divertente, verace, allegra, non pretende
di essere socialmente impegnata, mostra con leggerezza che
gli opposti sono conciliabili, che le fratture sono sanabili
nel riconoscimento delle debolezze, delle paure e dei limiti
proprio nel luogo italiano per eccellenza, la famiglia.
“Padania
libre” mette in scena le turbe e gli
stereotipi italioti: dal salotto padano con la sacra immagine
di Bossi, ai trofei animali alle pareti, al liquore con le
foglie verdi, al padre Egidio con movenze dittatoriali, il
fucile, il dispositivo fulminante per mettere fuori uso i
diversi. Ma come fa Egidio di Pontida a tenere lontane modernità
e diversità, quando la moglie è iscritta a Facebook
con lo pseudonimo cotoletta golosa, il figlio passa la giornata
su internet, masturbandosi con la musica di Whitney Houston
e si innamora di Glenda, una psicopatica che dice di essere
stata rapita dagli alieni? Meglio allora accogliere il genero
terrone, che lavora in tv, tutto sommato uno come lui, genuinamente
innamorato della figlia.
Gli attori sono tutti
coinvolgenti. Ma emerge Planamente nelle vesti di Ottone,
il fratello di Ginevra, esilarante nei balli alla Michael
Jackson, nei tic ossessivi, nelle battute: il personaggio
e l’interpreazione più riusciti. Una menzione
particolare merita la Vaccaro, che con coraggio ha sostituito
all’ultimo momento Veruska Rossi nella parte di Ginevra.
La commedia funziona, a parte i cambi di scena tirati via
frettolosamente e il registro dei dialoghi, che andrebbe definito
con più precisione, per rendere le battute più
comprensibili al pubblico. Il resto è sano divertimento.
[deborah ferrucci]