Battista
e le giornate no: risate e nostalgia.
Gli ultimi cinquant’anni
di vita italiana riletti con la vivace romanità di
Maurizio Battista che torna al Sistina con un monologo dal
titolo eloquente “Oggi
non è giornata.” Non una semplice
frase, come spiega il comico, piuttosto un «giubbotto
antiproiettile»: un intercale automatico, che si ascolta
sempre più frequentemente e che sintetizza con semplice
ironia una quotidianità che si fa ogni giorno più
difficile. Insomma per continuare a dirla alla romana: «Era
meglio quando si stava peggio. Era la gente che era meglio».
Battista, classe 1957,
nato e cresciuto nel quartiere capitolino di San Giovanni,
nei suoi spettacoli porta sempre pezzi di vita quotidiana
rubati dalla strada e anche in questo monologo, scritto con
Riccardo Graziosi, si respira la verità del vissuto
raccontato con un’ironia pungente, dove non mancano
spunti di riflessioni. Politica a parte, perché, dice
il comico: «Non mi piace e non mi diverte». Con
la sua «comicità molto amatriciana», per
sua stessa definizione, Battista fa un viaggio nel tempo per
raccontare com’eravamo e come siamo. Un percorso che
ha come punto di partenza la vita quotidiana del comico, dal
mattino fino all’arrivo in teatro la sera ma che allarga
l’orizzonte, passando in rassegna vizi, nuovi e vecchi,
degli italiani. Un vero e proprio alfabeto del tempo e delle
abitudini che passano: dalla “A”di alimentazione
alla “V” di vacanza, attraversando la “L”
di lavoro, che non c’è. Con una pausa sulla “C”
di cultura che muore ogni giorno un po’, basti pensare
alla lunga lista delle sale cinematografiche chiuse. Un alfabeto,
per raccontare in maniera semplice ma efficace come non siamo
più. E tra le risate si affaccia anche un po’
di nostalgia per un tempo in cui bastava molto meno per sentirsi
felici.
[s.p.]