Roma ai giorni
nostri. L’onorevole Martini (Massimo Bonetti)
si accinge, con forti dubbi e perplessità,
a pronunciare un discorso alla Nazione. Ma uno scandalo
dell'ultima ora rimette in discussione ciò
che la devota collaboratrice Greta (Angela Di Sante)
ha fatto scrivere per lui.
Il politico è
preso da mille sensi di colpa, al punto da essere
tentato di dire la verità per poi dimettersi
e lasciare la patata bollente al suo successore. Ma
Greta gli ricorda che è stato eletto con una
maggioranza forte e lo convince ad andare in onda
comunque, anche a costo di dire qualcosa di poco attinente
alla verità, per tenere tutti buoni e tranquilli.
Poi col tempo tutto si aggiusterà. Greta lascia
entrare Gino (Gianluca Tocci) e Lola (Cristiana Vaccaro),
la sua compagna: i due, con uno stratagemma, si sostituiscono
alla vera troupe televisiva per attuare un piano di
liberazione nazionale...
L'idealismo dell'uomo
comune contro il pragmatismo della classe politica.
Su questo incontro/scontro nasce, cresce e si evolve
la nuova commedia di Gianluca Tocci, diretta da Gianni
Corsi, dal titolo “Occupy
Piazza Colonna”. Una Nazione
allo sbando; una classe politica corrotta ed incapace
di dare risposte; la confusione generale spinge a
credere nell'ennesimo taumaturgo al potere.
Se la realtà preoccupa, almeno nella finzione
si prova a ridere e la commedia, seppur a tratti,
riesce nell'intento grazie a dialoghi brillanti, situazioni
giocate sul filo del paradosso ed all'affiatamento
degli interpreti tutti, su cui svetta il mestiere
di Massimo Bonetti. È lui il politico in fuga:
chi volesse trovarci l'ombra di personaggi reali è
libero di farlo ma andrebbe fuori strada. Il personaggio
di Bonetti non è altro che l'esemplificazione
di una “casta” capace di tutto e di corrompere
chiunque: sono l'ambizione del potere e il privilegio
ad essere l’aspirazione di molti; non di tutti
ma di molti. Anche insospettabili.
Un finale amaro:
tutto cambia per non cambiare nulla. Temi importanti
lasciati nell'ombra e volutamente non approfonditi,
per non travalicare il divertimento leggero e non
troppo scacciapensieri. Populista
forse, popolare sicuramente.
[fabio melandri]