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Anno
2011
Genere
drammatico
In
scena
fino al 18 settembre
Teatro Belli di Roma
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Autore |
Massimo
Vincenzi |
Adattamento/Traduzione |
- |
Regia |
Carlo
Emilio Lerici |
Musica |
Francesco Verdinelli |
Interpreti |
Francesca
Bianco
Voci registrate: Davide Gagliardini, Fabrizio Bordignon,
Carlo Emilio Lerici, Stefano Molinari
Musiche: Francesco Verdinelli
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Due
donne, due tragedie: una sfiorata e risparmiata; l'altra colpita
e dilaniata. Francesca Bianco diretta da Carlo Emilio Lerici
le fa entrambe sue, immersa nel buio della scena. Due madri
e due epoche diverse. Due dolori e due vite lontane nel tempo
e nello spazio.
Da una
parte Kokura, la città scelta come obiettivo della
prima bomba atomica e risparmiata all'ultimo momento: 9 agosto
1945. Dall'altra Manhattan: 11 settembre 2001.
Tutte le mattine una nuova giornata da affrontare: un figlio
da seguire, una vita da inventare, decisioni da prendere,
soluzioni da trovare. Tenere gli occhi aperti, non abbassare
lo sguardo, sapere che prima o poi tutto sarà più
semplice e che la vita scorrerà lieta, senza intoppi.
Gli occhi aperti a guardare il cielo sereno mentre - come
al solito in ritardo - una madre americana accompagna il figlio
a scuola. Sperare che il sole che illumina la giornata sia
un segno che tutto si aggiusterà. Oppure alzare gli
occhi al cielo e nelle fatiche quotidiane scorgere anche tetre
nubi che anticipano un temporale. Anche la pioggia a complicare
ancora di più le cose, nella già tragica esistenza
di guerra in Giappone.
Nel testo "Gli occhi al cielo" di Massimo Vincenzi
(pubblicato da Editori Internazionali Riuniti) le due città
si guardano, riflettendo lo stesso orrore. Orrore che non
è mutato, che si ripete e dilania vite innocenti. Kokura
o Manhattan, 1945 o 2001, la tragedia è la stessa.
Entrambe le madri si raccontano ai propri figli, trovando
in se stesse la forza di continuare a vivere e a resistere
per le proprie piccole creature. Nei loro racconti c'è
una storia universale: il dolore che accomuna, appiana le
differenze e rende tutti uguali. A unire le vicende, le voci
dei piloti degli aerei è l'emozionante musica di Francesco
Verdinelli.
In questa storia tutto è ridotto all'essenziale: due
vite diventano una sola, riecheggia la voce della madre che
è quella di tutte le madri.
[patrizia
vitrugno]
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