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Anno
2012
Genere
varietà
In
scena
fino al 4 novembre
Sala Umberto | Roma
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Autore |
Davide
Calabrese,
Lorenzo Scuda |
Regia |
Gioele
Dix |
Scene |
Dante
Ferrari |
Coreografie |
Francesca
Folloni |
Costumi |
Malguion |
Luci |
Raffaele
Perin,
Claudio Tappi |
Musica |
Lorenzo Scuda |
Interpreti |
Graziana
Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo
Scuda,
Fabio Vagnarelli |
Produzione |
Malguion
s.r.l. e Il Rossetti - Teatro Stabile del Friuli Venezia
Giulia |
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Chi
crede che sia impossibile mescolare il musical alla satira,
il mimo al varietà, la letteratura alla parodia, dovrebbe
comprare un biglietto per il Sala Umberto, dove fino al 4 novembre
si esibiscono gli Oblivion con il loro ultimo, esilarante lavoro,
"Il sussidiario 2.0".
I cinque Oblivion, provenienti dal cabaret ma soprattutto
dal musical, si definiscono «i miracolati della banda
larga» perché con un video che concentrava "i
Promessi Sposi in 10 minuti" si sono fatti conoscere
(e imitare) dal grande pubblico del web. Notati, fra gli altri
da Gioele Dix, si sono messi con lui a costruire uno spettacolo
di puro divertimento, sia per il pubblico in sala che per
gli stessi attori. Si fanno beffe delle mode urbane come palestra
e corsi di yoga, dello stereotipo consolidato dello scout
che invece di Lucio Battisti vorrebbe suonare, per una volta,
i Guns'n'Roses. Creano mix impensabili fra i canti gregoriani
e Zucchero Fornaciari. Ammiccano ai classici del Café-Chantant
e dell'avanspettacolo, omaggiando con umiltà il Quartetto
Cetra ed Ettore Petrolini, ma li spogliano e li rivestono
di contemporaneo con sorprendente naturalezza ed efficacia.
E soprattutto dispensano letteratura cantata in pillole, confusa
e caciarona come nei sussidiari delle scuole elementari. Parodia
e satira dei tempi moderni. L'effetto finale è coinvolgente,
uno spettacolo ben interpretato e sapientemente diretto.
È rincuorante vedere che nel
panorama comico italiano si riesca a creare qualcosa di diverso
dal one-man-show. Non sorprende quindi che alla prima applaudissero
divertiti Massimo Lopez e Roberto Ciufoli, che sul comique
ensemble hanno costruito la loro carriera di attori. Sebbene
alcune gag troverebbero migliore collocazione in video, sono
azzeccati i tempi comici e il susseguirsi degli sketch. La
regia di Dix è presente quel che basta a non soffocare
la spontaneità della resa scenica. La satira non scade
mai nel linguaggio da bisca, ma usa con maestria l'elemento
nazionalpopolare della canzonetta, espediente che permette
al gruppo di interagire col pubblico in un crescendo comico
che non può che lasciare con il sorriso fino al ritorno
a casa.
[elisa tomassi]
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