Notte,
quasi mattino; un vecchio pub di periferia è
il luogo in cui si incontrano due donne, dal passato
e dalla vita completamente antitetici. Mentre la tenutaria
del pub sta pulendo il locale, lasciato quasi abbandonato
dal marito alcolizzato che dorme in un angolo, bussa
alla porta una donna (Sabrina Dodaro), con un cappello
in testa e una grande borsa, dai modi alquanto strani.
Sembra voler nascondere la sua identità; chiede
di bere un wisky. La padrona del locale Desideria
(Laura de Marchi), inizialmente la scambia per una
prostituta e non vuole acconsentire a servirla, tanto
più che ormai il locale è chiuso; ma
poi si rende conto che si tratta della famosa attrice
Veronica Lopez, il suo idolo. Desideria e Veronica
hanno occasione di fare amicizia e raccontarsi le
loro vite, i fallimenti affettivi, soprattutto i sogni
infranti: il matrimonio che desideravano è
stato frutto di dolore e afflizione. La mancanza di
un figlio e l'impossibilità di essere madre,
ha generato frustrazione e sete di rivalsa e vendetta
proprio sul quel compagno che non le ha comprese,
o tutelate.
Ispirato ironicamente alla "Salomè"
di Oscar Wilde il testo, che poteva sviluppare meglio
il conflitto drammaturgico (i tre personaggi si presentano
come tre monologanti, senza dare un senso alla presenza
simultanea in scena), si conclude con un finale interessante
e inaspettato.
Il pregio dello spettacolo è la leggerezza,
anche se l'allestimento non presenta particolari soluzioni
registiche. Sui tre attori spicca la bravura di Laura
de Marchi, che porta in scena il suo personaggio in
modo spontaneo e accattivante, in un gioco affabulatorio
che tiene gli spettatori in sospeso fino alla fine.
[annalisa
picconi]