La
notte dell’angelo
ha tre protagonisti: Anna, una donna intransigente
ed intelligente, che svolge la professione di psicologa.
Il padre di lei e un ragazzo di 18 anni, affidatole
in cura, che le farà ricordare la sua infanzia.
Le rivelazioni del giovane condurranno padre e figlia
ad un dolente, intenso e definitivo confronto.
Lo spettacolo prodotto dal teatro stabile del Friuli
Venezia Giulia ha debuttato al Teatro Eliseo di Roma
in prima nazionale. Il testo di Furio Bordon già
autore delle Ultime lune (ultimo lavoro interpretato
magistralmente da Marcello Mastroianni e riproposto
recentemente da un altrettanto bravo Gianrico Tedeschi
a Roma), completa la scelta di affrontare delicate
tematiche al limite, che riguardano le età
dell’infanzia e della vecchiaia. L’opera,
che inizia con un dialogo tra il padre di Anna, famoso
attore di teatro e la figlia, si dipana tra sogno
e realtà, toccando punti di grande intensità
drammatica. La scelta di rappresentare la figura del
bambino sofferente con una marionetta stempera la
crudezza che sarebbe stata resa dall’interpretazione
di un bambino in carne ed ossa; allo stesso tempo,
trasforma e sublima il dolore e la malinconia in un
puro gesto poetico. Non a caso la marionetta è
un Pierrot. Si parla di incesto, maltrattamento, abuso
e di suicidio con una misura e una tensione drammatica
che non scadono mai nell’autocommiserazione
o nel pietismo. Interessante anche la regia di Bordon,
che fino all’ultimo lascia lo spettatore con
il dubbio che quello di Anna sia solo un incubo, frutto
di una notte passata tra l’ansia e l’affanno.
Belle le scene di Alessandro Chiti che offrono al
pubblico la prospettiva del palcoscenico, visto però
dalla parte dell’attore, in un gioco di ruoli
tra protagonista e spettatore, che si confonde sempre
di più, ampliando la tematica del doppio e
del teatro nel teatro come in un alternarsi di specchi
che si riflettono. Apprezzabili anche le luci, misurate
e soffuse, che scandiscono bene i vari momenti, compreso
quello dell’entrata in scena della marionetta.
[annalisa
picconi]