Autore
Rodrigo Garcìa
Regia
Giuseppe Roselli
Scene
Ciro Paduano
Costumi
Sartoria Bàste, Gianluca Carrozza, Francesca Novati
Luci
Marco Scattolini
Coreografie
Musica
Simone Colavecchi (liuto) 

Vedere “Note di cucina” è un po' come ristabilire quel clima casalingo che ha portato i fornelli a diventare i protagonisti indiscussi degli ultimi anni di intrattenimento televisivo. Il problema però è cercare di cogliere il messaggio nascosto tra il soffritto e lo stracotto, rischiando di bruciare il senso del non senso. Sì, perché l'adattamento di Giuseppe Roselli su testo di Rodrigo Garcia (autore dissacrante per definizione), è l'elogio dell'assurdo attraverso cui dare un senso alla società che ci circonda. Frasi brevi, concise, attraverso cui pennellare sguardi d'irriverenza e dispensare definizioni a caso, nella speranza che facciano breccia tra l'ordinario che regola i pensieri. Il segreto è scombinare ogni piano logico, mescolare scene di routine culinaria a momenti di delicata ridondanza rinascimentale, in cui il liuto di Simone Colavecchi fa da spalla agli intervalli musicali del narratore Giorgio Carducci, vestito in costume seicentesco.

Il problema è nel potere di trasmissione del sottotesto, che richiede un tempismo impeccabile e un'interazione decisa tra i protagonisti. Caratteristiche che, almeno nella prima serata di "Note di Cucina", sembra essere mancata ai quattro attori Raffaella Cavallaro, Giancarlo Fares, Sara Greco Valerio e Alessandro Porcu, deboli già dalle prime battute e incapaci di recuperare una sicurezza interpretativa nelle scene più vivaci. Eppure tra loro si nascondono docenti accreditati ed esperti di tecniche teatrale, verrebbe difficile immaginare un imbarazzo da esordio. Ma tant'è, il palco del Teatro dell'Orologio non perdona e la narrazione dell'ideale maschile di serata galante rimane l'unico bagliore digesto di una conviviale chiacchierata tra mondi separati.

Non è facile portare in scena l'impossibile e l'imprevedibile, così come non è assicurato il risultato per chi decide di intraprendere un viaggio ostico nell'altero mondo di Garcia. L'utilizzo dei quattro tavoli mobili pieni di elementi su cui concentrare l'energia del testo e la scelta di lasciare i microfoni verticali quale unica presenza fissa di scena denota un rigore e un disegno ben preciso nell'adattamento ideato da Roselli. La voce della coscienza che si staglia sui rapporti umani e sulla mutevolezza degli eventi, il ritorno al proprio io dopo aver mediato tra il proprio senso e il senso altrui. Il tutto in un gesto semplice e rituale come la preparazione di un pasto. [gianluigi cacciotti]

Interpreti
Giancarlo Fares, Giorgio Carducci, Raffaella Cavallaro, Sara Greco Valerio, Alessandro Porcu
Produzione
In scena
fino al 16 febbraio Teatro dell’Orologio | Roma
Anno
2014
Genere
commedia