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Autore:
William Shakespeare |
Adattamento:
Manuel Fiorentini |
Regia:
Manuel Fiorentini |
Scene:
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Costumi: |
Musica:
Blues Jackets (Mario Farina, Alberto Sorrentino, Light
Palone, Emiliano Angiuli) |
Compagnia:
Teatro della Giostra |
Interpreti:
Marco Zordan, Fosca Banchelli, Carmine
Balducci, Lucia Nicolini, Michele Cordaro, Cristiano Adiutori,
Ermenegildo Marciante, Maria Antonia Fama, Alessandro
Di Somma, Antonello Pascale |
Anno
di produzione:
2010 |
Genere:
commedia |
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“Molto
rumore per nulla” è una delle
più brillanti commedie shakespeariane, scritta
tra il 1598 ed il 1599 ed ambientata a Messina: il
giovane conte Claudio, amico del Principe Pedro di
Aragona, si innamora della giovane Ero, figlia dell'anziano
Leonato, amico di vecchia data del Principe. A testimonianza
dell'amor nascente Benedetto, giovane dai modi eleganti
e sarcastico nel suo parlar d'amore, nonostante i
gentili screzi sull'argomento con la cugina di Ero,
Beatrice. Ma la storia d'amore tra Ero e Claudio trova
ostacoli, a cominciare dall'azione del fratello del
Principe Pedro, Don Juan, un tempo rinnegato dal fratello,
poi perdonato e riammesso alla sua compagnia.
Questo
in breve il canovaccio dell'opera originale. Da sempre
al cinema e in teatro, le opere del Bardo sono state
rilette; modernizzate nei tempi e nei dialoghi; traslate
in passati remoti o futuri prossimi; ambientati in
generi lontani come fantascienza e musical. Questo
per la forza dei loro intrecci narrativi, per l'universalità
dei sentimenti che muovo le azioni di uomini “umani”
nel bene quanto nel male, in cui persone di ogni latitudine
può riconoscersi in tutto o in parte. Le opere
di Shakespeare, pur fondanti su canovacci rigidi ed
immutabili, conservano degli interstizi abbastanza
larghi da permettere operazioni del genere.
“Molto
rumore per nulla – Shakespeare in Rock”
di Manuel Fiorentini, sfrutta queste intercapedini
per costruire un'opera dall'identità francamente
indefinita: Parte come una versione post-moderna dell'opera,
con personaggi in costumi contemporanei, dialoghi
pieni di dialettismi ed inflessioni moderne conservando
tuttavia, la trama originale. È costruito come
una successione di quadri, intervallati da stacchi
musicali, eseguiti dal vivo dai Blues Jackets, con
musiche che variano dai Led Zeppelin ai Deep Purple,
da Stevie Wonder a Alice Cooper, dagli Extreme ai
Queen, da Anouk ai Beatles. Questo fino alla fine
del primo atto.
Poi
durante l'intervallo succede qualcosa. La seconda
parte dello spettacolo si sviluppa in maniera completamente
diversa, quasi che il tracciato shakesperiano non
basti più e si desideri riempire una sorta
di vuoto, usando numeri da avanspettacolo di bassa
lega. Gag comiche tirate per le lunghe, balletti musicali
alla Village People che, senza alcuna logica, vengono
perpetuati e reiterati senza alcuna logica narrativa
se non tentando di strappare risate su risate ad un
pubblico compiacente come può essere quello
di una prima. Peccato questa caduta di stile, perché
pur nelle debolezze strutturali, lo spettacolo si
avvale di alcune idee interessanti, vedi la figura
del Caos interpretata con una gioiosità clownesca
alla “Cirque de Soleil” dalla brava Maria
Antonia Fama, o l'interpretazione di Marco Zordan,
il più convincente tra tutti gli attori in
scena, nel ruolo di Benedetto.
Diseguale, camaleontico, a tratti noioso, “Molto
rumore per nulla – Shakespeare in Rock”
lascia l'amara sensazione di una buona occasione mancata,
di un voler gratuitamente strafare per annegare in
un mucchio di parole quel poco di buono ed interessante
che solo a tratti si riesce a cogliere.
[fabio melandri]
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