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Anno
2013
Genere
pedagogico
In
scena
-
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Autore |
Totò
il Buono di Cesare Zavattini |
Adattamento/Traduzione |
Attilio
Marangon |
Regia |
Roberto
Gandini |
Scene |
Paolo
Ferrari |
Costumi |
Loredana
Spadoni |
Musica |
Roberto Gori |
Interpreti |
Yonas
Aregay, Ludovico Aru, Davide Bannino, Diana Bulf, Alessandro
Ismail Corbucci, Federico Duse, Matteo Leporelli, Antoniu
Livadariu |
Produzione |
Laboratorio
Teatrale Integrato Piero Gabrielli, Teatro di Roma |
Roma Capitale Assessorato alla Promozione Sociale e
alla Salute | Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio
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Un
teatro pensato per ‘accogliere’, nel senso più
ampio del termine. Questo è l’obiettivo che si
pone il Laboratorio Piero Gabrielli che, attraverso la messa
in scena di “Miracolo in
città”, regala ai piccoli disabili,
ma soprattutto a chi li guarda, uno spettacolo altro.
Il Teatro Argentina di Roma ospita un commovente esempio di
cosa il palcoscenico possa fare, se degnamente sostenuto. L'iniziativa
si rivolge a ragazzi con e senza disabilità ed ha l’obiettivo
di creare uno spazio in cui le «differenze possano convivere
e diventare una ricchezza», attraverso un reale inserimento
didattico-educativo e relazionale.
“Miracolo in città”
è un racconto tratto da “Totò il buono”
che nasce come soggetto cinematografico pubblicato dalla rivista
“Cinema” nel 1940 a firma Cesare Zavattini e Antonio
de Curtis (Totò). In seguito è diventato un romanzo
per ragazzi edito da Bompiani che ne ha decretato il successo
di pubblico.
I piccoli e bravissimi
ragazzi del Laboratorio creano un gioiellino di ritmo e musicalità,
mille volte più apprezzabile e godibile di quegli intepreti
che questo mestiere si vantano di farlo per davvero, spinti
dal «sacro fuoco» dell’arte. È una
storia semplice, di povertà e di violenza ma soprattutto
di bontà che, come in ogni fiaba che si rispetti, vince
sempre. E proprio il lieto fine che chiude la storia diventa
un mezzo per lanciare la speranza (che grazie a Laboratori
di questo tipo diventa sempre più una certezza), che
per questi ragazzi la vita sia un po’ meno difficile
e un po’ più “dolce”.
[patrizia vitrugno]
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