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Anno
2013
Genere
comedia
In
scena
fino al 12 maggio 2013
Teatro
Manzoni | Roma
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Autore |
Gabriele Pignotta |
Regia |
Gabriele Pignotta |
Scene |
Morena
Nastasi |
Costumi |
Margherita
Meddi |
Luci |
Maximiliano
Lumachi |
Musica |
Stefano Switala |
Interpreti |
Emanuela
Guaiana, Gabriele Pignotta, Cristina Odasso, Fabio Avaro |
Produzione |
Diaghilev |
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«When
I fall in love, it will be completely, or I’ll never fall
in love» («Quando mi innamorerò, sarà
completamente, altrimenti non mi innamorerò»).
Così cantava Nat King Cole nel 1956, i favolosi anni
’50: parole molto impegnative, resisteranno all’urto
della routine?
Lo spettacolo “Mi
piaci perché sei così”
di e con Gabriele Pignotta mostra cosa accade dopo l’happy
end. Ambientato ai giorni nostri, l’epoca dei ruoli
liquidi, dai contorni opachi, della donna indipendente con
lo straccetto in mano per le pulizie casalinghe compulsive
e dell’uomo disordinato creativo. Quella appena descritta
è la coppia numero uno, composta da Monica (Emanuela
Guaiana) e Marco (Gabriele Pignotta), vicini di casa della
coppia numero due Stefano (Fabio Avaro) e Francesca (Cristina
Odasso), fidanzati stanchi, apparentemente tranquilli e felici,
ma che nei fuori onda (o “Aside” come direbbe
Shakespeare), si detestano. La convivenza è difficile,
la quotidianità spegne gli slanci amorosi… E
la coppia numero uno finisce davanti allo psicoanalista, per
tentare di essere rianimata. Dopo una seduta di ipnosi, avviene
lo scambio dei ruoli: lei si vestirà come un maschio,
giocherà alla playstation, andrà allo stadio,
mentre lui si riempirà di creme, avrà l’ossessione
per le pulizie, imporrà le mitiche pattine, sarà
indeciso davanti allo specchio e riempirà la scarpiera.
Sono stereotipi, ma l’idea dello scambio d’identità
seppur non originale è graziosa: mostra la diversità
dell’universo tra Marte e Venere, due realtà
che secondo alcuni non dovrebbero capirsi ma solo amarsi,
aprirsi, mettersi in gioco, essere disponibili l’uno
all’altra. La coppia numero due trae beneficio dalla
vicinanza della coppia numero uno, tanto che tutti «vissero
felici e contenti», perché si piacquero «così
come sono». Calato il velo dell’ipocrisia, vivere
nei panni dell’altro dà la possibilità
di capire che non c’è malafede, ma solo un diverso
modo di essere nel mondo. L’atmosfera è familiare,
da sit-com, i dialoghi sono semplici e i ruoli dei quattro
protagonisti ben delineati, armoniosi nelle loro diversità
(Cristina Odasso nella parte di Francesca è la più
precisa, pulita nella recitazione, la più teatrale
dei quattro nel senso positivo del termine).
“Mi
piaci perché sei così”
non è un capolavoro, ma il ritmo è scoppiettante
(anche se la fine di ogni scena andrebbe fissata); le musiche
scelte da Stefano Switala sono accattivanti (in stile American
comedy); gli interpreti sono molto convincenti e, finalmente,
danno un messaggio positivo sulla tanto vituperata coppia
moderna, che non è solo croce, ma anche delizia. Ad
esempio basta mimare un geco o una battuta ironica e la tensione
si scioglie, gli orgogli si stemperano e si fa pace.
Si sorride, si condivide
e si torna a casa un po’ più fiduciosi.
[deborah ferrucci]
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