Ha
debuttato al Teatro India il testo di Mirko Feliziani,
autore emergente, dal titolo Melò.
L’operazione fa parte di un progetto speciale
intitolato Oggi verso Domani che rivolge attenzione
ai giovani, per dare voce ed espressione alle nuove
generazioni di artisti, che trovano nel Teatro di
Roma uno spazio creativo ideale. Melò -come
racconta Feliziani nelle note di regia - vuole essere
un pezzo di “teatro da camera”. I personaggi
in scena sono tre: una ricca signora e due fratelli
al suo servizio. La storia inizialmente appare semplice,
banale, spinta verso una meschina quotidianità
ossessionante. Ma in breve si trasforma in un giallo
alla Hitchcock. I due fratelli abbandonati da anni
dalla madre e cresciuti da soli in Svizzera, da camerieri
affettuosi della misteriosa “signora”
di origini italiane, si trasformano inaspettatamente
nei suoi carnefici, non risparmiando il piccolo figlio
della donna, per il quale intendono chiedere un riscatto.
Il bimbo prima del ricatto era accudito da Lidj, la
ragazza a servizio. Van, il fratello complice perfetto,
cercherà di riabilitarsi dopo aver ucciso il
bimbo, ma senza ritrovare l’equilibrio, perduto
ormai per sempre. Stesso discorso per Lidj, che tornerà
a servizio dalla stessa signora, (accecata precedentemente
dai due fratelli), portando con sé il proprio
figlio avuto da poco.
Testo
interessante, con una regia tutto sommato convincente
anche se ripropone soluzioni già viste. Data
l’origine inedita dello spettacolo, di nuova
generazione si sperava in qualcosa di più originale.
Hanno convinto un po’ meno la qualità
del lavoro, la resa e l’energia degli attori
in scena, probabilmente inficiate dalla tensione della
prima serata. S i apprezza comunque l’operazione
nel complesso.
Applausi calorosi al finale.
[annalisa picconi]