Michele
La Ginestra torna al monologo con “Mediano
di spinta”, testo scritto a quattro mani
con Adriano Bennicelli. È la storia di Marco
Andreozzi, mediano di spinta, che ripercorre la sua
vita di calciatore mentre è impegnato a scrivere
una lettera all'amico Tino, missiva che vuole sia
perfetta. Dai caldi pomeriggi estivi trascorsi a giocare
a pallone in strada, all’esordio nella Roma
Primavera, passando per il matrimonio con Caterina,
fino all’arrivo nel Cesena. Una storia di calcio,
di amore, di amicizia e purtroppo anche di solitudine,
quella che soffre il mediano a centrocampo. Andreozzi
arriva fino in Mozambico per ritrovare se stesso.
E scrivere finalmente a Tino. Tante le persone conosciute
che entrano in scena attraverso delle sagome realizzate
da Camilla Cuparo: da suor Genuflessa all’allenatore
Beppe, dall’africano Augustinus che sogna di
fare il calciatore, a Caterina che lo tradisce con
il compagno di squadra Mimmo Aiello. Fino al suocero,
professore di lettere, inizialmente tanto distante
da lui ma che si dimostrerà quello più
vicino.
Un
racconto divertente, emozionante dedicato ad Agostino
Di Bartolomei, calciatore della Roma che si è
suicidato il 30 maggio 1994, esattamente dieci anni
dalla finale di Coppa dei Campioni persa dalla Roma
contro il Liverpool. Che poi è Tino, il caro
amico a cui scrive il messaggio che non giungerà
mai a destinazione.
Il
racconto, diretto da Roberto Marafante, è accompagnato
dalle musiche di Adriano Di Pofi eseguite in scena
da Federica Rizzo alla viola, Carla Tutino al contrabasso
e Stefano Calderano alla chitarra. Curiosità:
l’aiuto regia è Morgana Giovannetti,
la baby imitatrice del Bagaglino negli anni Novanta.
[emanuela dolce]