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al teatro Vascello la messa in scena di un testo dello
storico americano Howard Zinn, nato nel 1922.
Icona della sinistra americana, amico di Noam Chomsky,
teorico della controinformazione e attivo nei movimenti
per i diritti civili, Zinn è autore della fondamentale
A People’s History of the
United States pubblicata
anche in Italia. L’allestimento è impostato
in modo insolito: Giancarlo Nanni imposta il dialogo
in una forma antiteatrale tipica degli anni in cui Marx
teorizzava e intellettuali, politici, borghesi si confrontavano
tra loro chiacchierando in un bar. Dal 28 febbraio al
1 aprile è perciò di scena Marx
a Roma, interpretato da
Renato Scarpa nei panni di Karl Marx e da Francesca
Fava che ha il ruolo della moglie Jenny. Il testo è
tratto da “Marx a Soho”, di Howard Zinn.
La regia è curata da Giancarlo Nanni. Questa
è la vicenda: inviato per errore a New York,
invece che nel quartiere di Londra dove aveva vissuto,
Karl Marx torna in terra per spiegare le sue ragioni.
Il suo stato d’animo è cambiato: ora è
malinconico e sarcastico, portato al ricordo e disincantato
commentatore dei trionfi del capitalismo contemporaneo
ma anche di come è stato realizzato il socialismo.
Il suo ritorno implica la necessita di porre una domanda
retorica, ma poi non troppo. “Perché mai
da più di un secolo tutti sentono il bisogno
di ripetere che le sue idee sono morte?”.
Il filosofo Howard Zinn è stato in grado di unire
un’attenta conoscenza della biografia di Marx
a una brillante vena polemica. Con uno scopo ben definito:
illuminare “il suo tempo e il posto che Marx vi
occupava, ma il nostro tempo e il posto che vi occupiamo
noi”. [valentina
venturi] |
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