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Anno
2012
Genere
commedia
In
scena
fino al 19 maggio
Teatro Quirino | Roma
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Autore |
Oscar
Wilde |
Regia |
Roberto
Valerio |
Scene |
Carlo
Sala |
Costumi |
Carlo
Sala |
Interpreti |
Valentina
Sperlì, Roberto Valerio,
Pietro Bontempo, Alarico Salaroli |
Compagnia |
Compagnia
Lavia Anagni |
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Il
3 gennaio 1895 va in scena la prima di “Un
marito Ideale” di Oscar Wilde, intellettuale
acclamato nei salotti per lo straordinario talento di conversatore,
famoso per lo scalpore suscitato cinque anni prima dalla pubblicazione
del romanzo “Il ritratto
di Dorian Gray”. Cinque mesi dopo viene
condannato ai lavori forzati per omosessualità, per poi
morire cinque anni più tardi in totale solitudine a Parigi.
“Un marito ideale”
rimane una delle migliori commedie di Wilde, con una leggerezza
di scrittura capace di fondersi con temi seri e importanti quali
la corruzione della politica, così attuale, e l'integrità
dei governanti. È incredibile come alcuni comportamenti
umani si reiterino all'infinito, al di là del tempo e
dello spazio.
Sir Robert Children è
il marito ideale per Lady Children, incapace di compiere qualsiasi
atto immorale; se fosse diverso non potrebbe amarlo. Peccato
però che un'ombra oscura risieda nel suo passato, 'origine
della sua fortuna economica e politica; un'ombra che si fa
minacciosa con la comparsa della Signora Cheveley in grado
di ricattare Robert attraverso una lettera compromettente.
Unico alleato di Robert e spalla su cui confrontarsi/confortarsi
è il libertino Visconte Goring (in cui non è
difficile vedere in controluce la figura stessa di Wilde)
il cui unico impegno è di evitare il padre intento
a volergli trovare moglie e impiego di tutto rispetto... In
politica. Ma impegno e serietà sono termini che il
vocabolario di Goring non contempla, ne ora ne mai.
Questo in breve il canovaccio
condito da intrighi, duelli, ricatti, incomprensioni e compromessi,
sulle quali sono innestate battute caustiche, aforismi fulminanti,
dialoghi frizzanti, nonsense, paradossi e virtuosismi verbali
tipici della scrittura di Wilde.
Lo spettacolo diretto
da Roberto Valerio (anche nella parte del protagonista Robert),
sul palcoscenico riporta tutto questo mondo, con una curiosa
(e non troppo comprensibile in verità) scenografica
costruzione circolare data da un apertura sipario da epilogo
che si riavvolge sotto i nostri occhi per almeno dieci minuti
buoni, prima di prendere il suo regolare corso degli eventi.
Bravo il cast, capace di rendere con verosimile modernità
un testo di oltre cento anni fa, con un mezzo voto in più
per lo straordinario Pietro Bontempo nel ruolo del Visconte
Goring/Oscar Wilde che rappresenta il perno visibile ed invisibile
intorno al quale ruota l'intera vicenda.Due
ore senza intervallo che scorrono via velocemente.
[fabio melandri]
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