Marathon
Autore: Edoardo Erba Adattamento:
Regia: Imogen Kusch
Scene: Costumi: Johanna Bronner
Musica: Andrea Mieli, Sergio Ferrari
Luci: Danilo Facco
Compagnia: Klesidra Produzione: Ass. Cult Beat’72 e Klesidra
Interpreti: Silvia Mazzotta, Francesca Olivi
Anno di produzione: 1992 (originale) 2008 (versione in scena) Genere: drammatico
In scena: in turnè

Un’ora nella vita di due donne, un’ora passata ad allenarsi per partecipare alla maratona di New York, un’ora per una vita intera”. Si potrebbe riassumere così Marathon, lavoro scritto da Edoardo Erba per due uomini e “tradotto” da Imogen Kush per due donne. Guardandolo può tornare in mente quel meraviglioso ripiegamento in se stessi che è “Conversazione in Sicilia”; perché il dialogo di Erba, in comune con il lavoro di Elio Vittorini ha la capacità di mostrare un individuo che riflette con l’aiuto di un altro essere umano, senza per questo farlo diventare né troppo marginale, né troppo interno a se stesso.

Visualmente spoglio, senza scenografie, con i costumi ridotti al minimo (due tute) e per colonna sonora i rumori del corpo che corre e si stanca, per un’ora e mezza il lavoro accompagna lo spettatore per mano, senza fargli sentire il peso dello scorrere del tempo, grazie ad un testo che sfrutta il ritmo del correre, senza per questo distrarre dalla comprensione del significato della riflessione dell’autore. Riflessione che tocca i campi più svariati del vivere, senza mai risultare pesante o banale, come se i massimi sistemi si potessero ridurre, senza fargli perdere di volume. Di solito si dice… Scrivere bene. [jacopo angiolini]