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Anno
2010
Genere
musical
In
scena
Teatro Brancaccio | Roma
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Autore |
Benny
Andersson,
Björn Ulvaeus |
Traduzione/Adattamento |
Alice
Mistroni,
Stefano D'Orazio |
Regia |
Phyllida
Lloyd |
Scene |
Mark
Thompson |
Coreografie |
Anthony
Van Laast |
Costumi |
Mark
Thompson |
Luci |
Howard
Harrison |
Musica |
Benny Andersson,
Björn Ulvaeus |
Interpreti |
Chiara
Noschese,
Francesca Taverni, Elisa Lombardi, Lisa Angelillo,
Giada Lorusso, Michele Carfora, Roberto Andrioli, Gipeto |
Produzione |
Stage
Entertainment,
Littlestar, Universal |
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Assistendo
al musical "Mamma Mia!",
appare evidente come il cinema ed il teatro seguano due linguaggi
tra loro differenti e che chi eccelle in un campo, non è
detto che lo possa fare nell'altro.
Questo preambolo si rende necessario quando sia la regia riuscitissima
della versione originale teatrale in scena al Teatro Brancaccio
di Roma (dopo il successo milanese della scorsa stagione), sia
quella cinematografica con Meryl Streep protagonista, sono curate
dalla medesima persona: Phyllida Lloyd. Se è stata insignita
dell’Ordine dell’Impero Britannico per la sua attività
teatrale e non per il cinema, una ragione ci sarà.
Tanto sfilacciata, con poco ritmo, divorata dalla ingombrante
presenza della star americana era quella cinematografica (non
aiutata dalla scelta di attori di contorno di grande notorietà
– Pierce Brosnam, Colin Firth - ma poca aderenza al ruolo),
quanto calibrata, trascinante sebbene priva di idee originali
e perfettamente compiuta quella teatrale.
Il tutto emerge anche nella versione italiana che, superato
l'impatto della traduzione in italiano degli evergreen degli
Abba che fungono da sceneggiatura e colonna sonora dello spettacolo,
dopo un inizio un poco freddino, si scalda e decolla per non
fermarsi più.
Un successo annunciato quello di Mamma
Mia! che ha già travolto il pubblico
di 270 città nel mondo e che dal 1999 – anno del
debutto londinese – ad oggi, ha stracciato tutti i record,
facendo ballare i teatri dei cinque continenti sulle note delle
celebri canzoni degli Abba. Tradotto in oltre 10 lingue, nel
mondo è stato visto da 45 milioni di persone incassando
oltre 2 miliardi di dollari. Ultima la versione in cinese, che
ha debuttato con successo quest'estate a Pechino.
La storia è nota: in una piccola isola greca, la ventenne
Sophie sta per sposare Sky, il ragazzo che ama, e sogna di farsi
accompagnare all’altare dal padre che non ha mai conosciuto.
Dopo aver scoperto dal diario di Donna, sua madre, che i potenziali
padri sono tre, decide di invitarli tutti alle nozze, per scoprire
chi di loro sia quello vero.
Il ruolo della protagonista padrona di casa è affidato
a Chiara Noschese, alternandosi con la rivelazione Francesca
Taverni, capace di una presenza scenica importante ma non invadente
con una briosità recitativa mista ad un'ottima padronanza
della voce, talento che emerge in almeno un paio di brani vocalmente
impegnativi.
Altra rivelazione è la giovane e misconosciuta (segnatevi
il nome) Elisa Lombardi, per un musical tutto al femminile grazie
anche alle trascinanti performance di Lisa Angelillo (Tanya)
e Giada Lorusso (Rosie).
Il punto debole dello spettacolo risiede nelle interpretazioni
maschili a partire dal Sam di Michele Carfora ai compagni Roberto
Andrioli (Marco) e Gipeto (Giò). Ma sono piccole crepe
sul tessuto di uno spettacolo godibilissimo, a tratti trascinante,
senza momenti di stasi o noia; nonostante una scenografia semplice
basata sula combinazione mobile di due soli elementi, ma capace
di creare ambienti e situazioni diverse.
Insomma per chi vuole fare un tuffo dove l'acqua è più
blu, in pieno anni Settanta/Ottanta, al sole di una piccola
isola greca, "Mamma Mia"
è lo spettacolo da vedere... E rivedere.
[fabio melandri]
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