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Anno
2012-
Genere
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In
scena
fino al 17 giugno
Teatro Spazio Uno di Roma
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Autore |
Ennio Speranza,
Pier Paolo Fiorini |
Regia |
Marco
Matauro |
Interpreti |
Ero
e Leandro:
Gabriele Sabatini,
Caterina Gramaglia, Gabriele Granito
Rassegna
di Teatro Futuro: Giuseppe Manfridi, Antonia
Brancati, Massimo Sgorbani, Roberto Agostini, Patrizia
La Fonte, Marcello Isidori, Pier Paolo Palladino,
Maria Letizia Compatangelo, Angelo Longoni, Alessandro
Trigona, Rosa Menduni, Roberto De Giorgi, Enrico Di
Fabio, Maria Inversi, Luca De Bei
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Produzione |
Art2O |
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Malteatro
è “Ero e Leandro”
più “Teatro Futuro”.
È uno spettacolo e una sperimentazione di spettacolo.
È un regista che cerca nuove espressioni e un gruppo
di autori che si mettono in gioco. Ma è anche un pubblico
che passa da una messa in scena a un abbozzo di testo tutto
ancora da finire e da creare grazie alla magia del teatro. “Ero
e Leandro” sono due monologhi che si alternano.
Dal mito si prende spunto ma la realtà rappresentata
è quella di oggi. Ero non è più Ero ma
“un manichino”, una prostituta moldava. Leandro
è morto ma parla chiedendosi come fa un morto a parlare.
Anche lui non è più Leandro ma un ragazzo timido
e solo che s’innamora della giovane arrivata in Italia
con la promessa di un lavoro vero. Due solitudini che si trovano
e si uniscono, due mondi che si sfiorano e scelgono di non staccarsi
più.
Su una scena scarna, pochi elementi
caratterizzano i personaggi introdotti e occasionalmente guidati
da una terza figura: il regista (Gabriele Granito, giusto
nella sua collocazione). Il testo di Ennio Speranza mette
insieme dramma e commedia. I suoi monologhi sono brillanti,
veloci. Marco Maltauro si serve di questo testo per costruire
uno spettacolo per certi aspetti pop, sdoganando e alleggerendo
una trama altrimenti pesante. Dal mito si parte appunto, per
poi lasciarlo in disparte immergendosi nella realtà
contemporanea. Si indaga sui clienti di lei, sulle ragioni
di un uomo per andare a prostitute, sul primo incontro, sull’attesa
e sulla decisione finale. Quando poi si ritorna al mito, è
l’immaginario di lei che prende il sopravvento: il giovane
ha deciso di salvarla (un po’ come avviene in “Pretty
woman” la cui colonna sonora è stata opportunamente
modificata e adattata per l’occasione) e si presenta
vestito come un eroe greco con spada, scudo ed elmo. Il sogno
però dura un attimo: l’attore e il regista le
ricordano che il mito di Ero e Leandro “finisce male”.
Gabriele Sabatini e Caterina Gramaglia sono convincenti, affiatati.
Non si avverte fatica né sforzo. “Ero e Leandro”
è un rapido sorvolare su una storia dalla trama non
certo nuova ma sapientemente riletta e diretta.
“Teatro
Futuro” è, invece, un esperimento
ben riuscito, che avvicina il teatro da un’altra prospettiva,
in qualche modo più intima, forse più immediata.
Ogni sera un autore diverso, una prova aperta su testo, in
cui attori e regista creano, ciascuno a loro modo, uno spettacolo
unico. Un divertissement, un gioco per dare forma scenica
a un’idea, partorita o ancora in travagliata gestazione
nella mente dell’autore (che nella prima serata è
stato Giuseppe Manfridi) con l’aiuto del regista Marco
Maltauro e dell’autore di scena Pier Paolo Fiorini.
Dalle parole del testo, alle parole
interpretate. Da un’intenzione di storia a una storia
che vive nelle intenzioni espresse dagli attori. “Teatro
Futuro” è un costante work in progress che speriamo
diventi – come nelle intenzioni del suo fondatore –
una buona abitudine.
[patrizia vitrugno]
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