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Autore:
Carlo Goldoni |
Adattamento:
Jurij Ferrini |
Regia:
Jurij
Ferrini
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Scene:
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Costumi:
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Musica:
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Luci:
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Produzione:
Progetto U.R.T. |
Interpreti:
Jurij
Ferrini, Andrea Cappadona, Angelo Tronca, Ilenia Maccarrone,
Caludia Salvatore, Wilma Sciutto, Matteo Ali, Massimo
Boncompagni |
Anno
di produzione:
2010 |
Genere:
commedia |
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Si
spengono le luci in sala, si apre il sipario. Su un
palcoscenico depurato da scenografie e costumi (appesi
come quinte teatrali) assistiamo a quella che parrebbe
una prova generale. Gli attori computamente seduti,
aspettano il loro turno. Il regista da dietro un tavolo
aspetta di dare il la all'azione, mentre l'assistente-suggeritore
segna l'inizio della recita.
Senza soluzione di continuità gli interpreti
lasciano a poco a poco il passo ai personaggi; il
Marchese diforlipopoli e il Conte d'Albafiorita si
contendono le attenzioni e le grazie della bella Mirandolina,
la locandiera che li ospita. Ad osservare i bisticci
amorosi con cinico e compassato distacco, c'e' il
Cavaliere Diripafratta che tesse le lodi del suo misoginismo,
elevandolo a filosofia di vita.
Ma la bella e impudente Mirandolina, abbandonati a
loro stessi i due spasimanti, punta il cavaliere.
Più per ripicca e sfida, che per convinzione.
Da qui ecco nascere una serie di situazioni che mettono
in scena l'eterno conflitto tra uomo e donna, le schermaglie
amorose, le ingenuità dei primi e le acutezze
delle seconde, gli sguardi opachi dell'uno con la
lucida progettualità dell'altra, ribaltando
luoghi comuni e falsi miti.
Una rimessa in scena di Goldoni che punta fortissimamente
sul testo scenico, sul significato vero e non presunto
delle parole e sul peso dei loro significati, come
sottolinea il regista e protagonista Jurij Ferrini:
"Ho usato una commedia per far ridere. E siccome
si tratta di una commedia straordinaria essa risulta
straordinariamente comica. Ho messo al centro le parole,
perche' sono loro a definire i personaggi. Il resto
viene da se' ed è spassoso. Chi accusa questo
spettacolo di essere irriverente verso la tradizione
della prosa del dopoguerra... Beh... Ha perfettamente
ragione".
Ma è lo spettacolo a dare ragione alle scelte
stilistiche del regista. Ha reso moderna una commedia
scritta nel 1751 senza stravolgimenti, ma mettendo
semplicemente al centro dell'azione il testo, depauperando
scene e costumi che avrebbero sviato l'attenzione
dello spettatore.
In "Ragionevoli dubbi"
di Gianrico Carofiglio c'è un momento in cui
il protagonista, l'avvocato Guerrieri entra in una
libreria aperta di notte mentre il proprietario sta
leggendo il piccolo volume "La
manomissione delle parole" (stesso titolo
utilizzato dall'autore per il saggio sulla scrittura
uscito di recente edito Rizzoli). Manomissione che
ha un duplice significato: alterazione, violazione,
danneggiamento ma anche liberazione, riscatto, emancipazione
(nel diritto romano la manomissione era la cerimonia
in cui lo schiavo veniva liberato). Carofiglio spiega
come le parole siano spesso prive di significato:
con l'utilizzo a sproposito le abbiamo consumate,
estenuate, svuotate. Per raccontare è necessario
rigenerarle, restituire loro senso, consistenza, suono,
odore. Per fare questo dobbiamo farle a pezzi e ricostruirle.
E' quanto ha fatto Jurij Ferrini per la sua "Locandiera".
Il risultato è irresistibile, godibilissimo
dall'inizio alla fine. Grazie anche ad una compagnia
in grado di giocare sul palco con una recitazione
a volte sopra le righe, ma mai oltre. Bene, bravi,
bis. Da non perdere.
[fabio melandri]
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