«Mi
butto il sale alle spalle e volo via». Così
Lina Sastri fa partire le sonorità artistiche
in un concerto-spettacolo di musica, prosa e danza.
“Linapolina. Le
stanze del cuore” è un’immersione
nel dialetto, negli accenti, nella musica e nelle
atmosfere di Napoli. Ispirato e dedicato alle proprie
radici partenopee, la Sastri compone un assetto di
momenti che ripercorrono la tradizione popolare della
città. Il nome Lina è un pezzo di Napoli,
ne contiene le vocali, le consonanti: Napoli è
il contenitore del nome e dell’artista coinvolgente.
Linapolina suona come un’eco
continua, è un viaggio, una nuotata nei borghi
della città attraverso un assetto drammaturgico
che collega le canzoni, gli strumenti di un’orchestra
piccola ma efficace, ai sentimenti e alla parola.
È attraverso il corpo della Sastri, la sua
poesia e il mandolino di Claudio Romano con la fisarmonica
di Sasà Piedipalumbo, che la storia della città
viene a galla in tutta la sua folcloristica varietà,
attraverso i secoli.
Dal 1700 con i ritmi quasi
da tarantella di “Lo Guarracino” passando
per “te vurria vasà”, dramma d’amore
contrastato del 1900, fino a “Maruzzella”
storia sentimentale struggente dei primi anni ’50.
In quasi tutte le trenta interpretazioni canore e
attoriali l’attrice, che firma anche la regia,
è sempre diversa. In lei vive la passione per
la ‘sua’ Napoli, il rosso dell’abito
che indossa nella primo atto è il riflesso
dei sentimenti tormentati, delle speranze deluse di
una donna forse in cerca d’amore. Le scelte
musicali della prima parte rendono lo spettacolo più
delicato e intimista mentre nella seconda, in cui
l’attrice appare in abito nero, scalza e con
i capelli sciolti, prevalgono le melodie ritmate della
rivalsa, dove i tamburi sono preponderanti. La voce
potente è la forza che trascina il pubblico
nel mondo napoletano.
Quando
si sente il mare e lo si vede proiettato con le luci
soffuse del palcoscenico, le finestre chiuse a definire
la scena, il suono del violino e della chitarra, quando
tutto si fonde si arriva a Napoli. Qualcuno ha lanciato
una rosa bianca sul palco a ringraziare una donna
che ha dedicato la propria vita alle passioni e alla
sua terra. Un’attrice e una cantante autentica
che omaggia il teatro con l’augurio di eternità.
[serena giorgi]