Tre
attori: Natalino Balasso, che prende il posto di Marco
Paolini, Mirko Artuso e Gabriele Vacis, la voce narrante
che firma anche la regia, danno vita ad una folta
schiera di personaggi liberamente tratti dall’opera
Libera Nos a Malo, di
Luigi Meneghello. La lingua scelta è il dialetto
vicentino e qui il vernacolo serve per riappropriarsi
dell’infanzia e ritrovare attraverso la memoria
le proprie radici.
Trasferitosi
in Inghilterra, Meneghello riesce - grazie alla distanza
temporale e geografica - a ripercorrere il proprio
vissuto ed interpretarlo, parlando della sua infanzia,
riappropriandosi delle proprie origini e ripercorrendo
i tratti salienti della vita del proprio paese natio.
E come in una tragicomica Antologia di “Spoon
River”, prendono vita innumerevoli figure che
abitarono quei luoghi della provincia vicentina tra
gli anni Venti e Trenta: ascoltiamo le voci dei bambini,
dei professori, delle ragazze poi donne e ne apprendiamo
i pensieri, le esperienze ed i turbamenti derivanti
dalle prime, precoci, esperienze sessuali.
Libera
nos è ricco di ironia. Uno spettacolo
corale di continui rimandi che affida alla memoria
orale ciò che non può essere catalogato
ed affastellato tra le teche di un polveroso museo
etnografico.
[paola di felice]