“Kaput
mundi” vorrebbe essere un omaggio da parte
dell’autore e regista milanese Angelo Longoni a Roma,
la città in cui vive e che lo ha accolto vent’anni
fa.
Vorrebbe esserlo ma, di fatto, non lo è.
Innanzitutto “Kaput
Mundi” è la summa di due spettacoli
distinti, “Angeli”
e “Bravi ragazzi”,
entrambi recitati da quattro giovani attori: Riccardo Francia,
Lorenzo De Angelis, Valerio Morigi ed Edoardo Persia. Mentre
il primo è annunciato come novità assoluta,
il secondo è già rodato, avendo riscosso anche
ottimi successi di pubblico. Di sicuro “Bravi ragazzi”
è quello più riuscito, almeno in quanto a verosimiglianza
della storia. Di sicuro, però, entrambi hanno un grosso
limite: il testo. E allora l’operazione che vorrebbe
essere un omaggio alla città eterna, non va a segno:
la tematica affrontata – vuoto di valori, conformismo,
assenza di modelli di riferimento, odio verso lo straniero,
disagio adolescenziale – seppur attinta dalla cronaca,
non ha un respiro a-temporale. Il risultato è che tutto
appare vecchio, superato e completamente distaccato dalla
volontà manifesta del voler affrontare un tema senza
tempo, quale quello del disagio giovanile tipico delle metropoli
moderne.
A nulla serve quindi lo sforzo dei quattro
giovani attori che sono identici per caratterizzazione in
entrambi gli spettacoli, come se l’uno fosse il proseguimento
dell’altro.
[patrizia vitrugno]