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Anno
2012
Genere
commedia
In
scena
fino al 28 ottobre
Cometa Off | Roma
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Autore |
Elda Alvigini, Natascia Di Vito, Marco Melloni |
Regia |
Marco
Melloni |
Scene |
Paki
Meduri |
Costumi |
Anna
Coluccia |
Musica |
Paolo Buonvino |
Interpreti |
Elda
Alvigini |
Produzione |
Blue
Suede Shoots |
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“Inutilmente
figa” è l’espressione silenziosa
che ogni donna almeno una volta nella vita si è detta
guardandosi allo specchio, dopo l’ennesima cura estetica
prima di un appuntamento galante, la messa in opera di tattiche
di seduzione amorosa via sms e via Skype nella speranza di incontrare
l’uomo giusto, o per fare un altro figlio, o per innamorarsi.
Cosa resta delle donne emancipate, cresciute con idee femministe,
con il mito dell’indipendenza?
Elda (Elda Alvigini), protagonista di questo divertente e leggiadro
spaccato dell’universo femminile, dà prima una
risposta confusa e standard: «E’ responsabilità
dell’educazione femminista della madre», poi parla
del «padre-amico Bruno». Che sia mancata un’educazione
sentimentale. Il risultato è Elda, quarantenne, bella
curata, simpatica, insicura, madre di Giacomo, che tutti gli
uomini lasciano nonostante i suoi sms pruriginosi «sono
senza mutande» che arrivano persino ai genitori, causa
eccesso di destinatari per portare a… Letto il risultato.
Luci e
ombre dell’universo femminile, divano rosso fuoco, cornice
dello specchio che mostra alternativamente l’altra da
sé. E’ un’autocritica velata all’impasse
sentimentale odierno: uomini falsamente confusi da un eccesso
di offerta femminile, una corte di amiche che aiuta la protagonista
ad interpretare fantasiosamente i comportamenti del malcapitato
di turno con tutte le macchiette del caso la cinica-la romantica-la
rosicona. Dove si è persa Elda? Lo dice lei stessa
a bassa voce alla fine, quasi vergognandosene, dopo l’inevitabile
viaggio sdraiata sul divano dello strizzacervelli: lamentandosi
di non essere amata. Per poi scoprire che lei per prima non
è stata in grado di amare, presa com’era da mille
obiettivi da raggiungere, non ultimo la maternità («dopo
i trenta una donna c’ha il radar»). Per non parlare
dell’eccesso di aspettative sugli uomini: inevitabile
la delusione, troppe fiabe sul principe azzurro.
L’argomento
è intrigantemente attuale, non può esserci una
sintesi nel testo, una soluzione all’enigma delle relazioni
uomo-donna; “Inutilmente
figa” lancia dei messaggi con battute
divertenti ma non prendono la pancia, risente a tratti della
pluralità di autori, della poco chiara scelta delle
scenografie (il pesce? Monna Lisa sullo sfondo?), della ricerca
della parolaccia ad effetto per concludere un ragionamento
quando basterebbe una pausa, un accento.
La protagonista
è spumeggiante, versatile, in-consapevolmente simile
ad Alba Parietti nel binomio “seducente come una femmina/cameratesca
come un maschio”: entra ed esce dal personaggio per
giocare con il pubblico con spontaneità. Però
perde di profondità in entrambi i ruoli, difficile
stare in due scarpe energeticamente. Leggero, terapeutico,
con delle «sfumature di verità».
[deborah ferrucci]
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