L'inganno
Autore: Anthony Shaffer Adattamento: Glauco Mauri
Regia: Glauco Mauri
Scene: Giuliano Spinelli Costumi: Simona Morresi
Luci: -------------------- Musica: Germano Mazzocchetti
Produzione: Compagnia Mauri Sturno
Interpreti: Glauco Mauri, Roberto Sturno
Anno di produzione: 2010 Genere: drammatico
In scena: fino al 28 marzo al Teatro Valle di Roma

Due uomini colti, garbati e gentili, tessono una trappola enigmatica per investigare la natura della mente umana. Oggetto dell’intrigo la “proprietà” di una donna che entrambi dicono di amare e che apre una partita di inganni, trucchi, invenzioni, mistero e cinismo, nell’ironica tenzone drammaturgia fra due mattatori della scena italiana, Glauco Mauri e Roberto Sturno.
Tratto da “Sleuth”, testo teatrale del 1970 firmato da Anthony Shaffer e reso celebre da due trasposizioni cinematografiche, la commedia trattiene le tecniche tipiche del romanzo giallo, il clima di criminalità, l’atmosfera da thriller psicologico, la suspense da farsa tragica ed ancora l’aria beffarda alla Pinter e l’impeto furente dai tratti sofoclei. Ma non solo. “L’inganno” è soprattutto una casa di travestimenti, di enigmi, di indovinelli per celare apparentemente le contraddizioni dell’anima e la sua duplicità, per velare superficialmente la struttura umana e l’inutilità del farsi del male. Un incessante gioco tra verità e finzione che lascia in bilico lo spettatore per l’intera durata dello spettacolo. Evidenza e falsità si confondono in un incontro-scontro che lascia al pubblico il vero ruolo dell’investigatore, continuamente convocato a decidere chi sia la vittima e chi il carnefice, a svelare “L’inganno”.
Glauco Mauri è l’irresistibile uomo maturo che gioca con la vita per non annoiarsi. E nella sua casa dai mille trabocchetti, offre trucchi imbrogli equivoci, facendo della solitudine un’invenzione grottesca, tanto da creare un omicidio vero. Roberto Sturno, il ladro di mogli, conserva i segni delle fatiche del proletario che ha tentato di affrancarsi lottando con la quotidianità della vita e che, di fronte alla ricchezza proposta dal ricco Andrew, non può che accettarne le condizioni. Per “1 milione di sterline. Esentasse. In contanti”, accetta di travestirsi da clown per non essere riconosciuto mentre entra in casa simulando una finta rapina e iniziando così a giocare un gioco: “furto con scasso”. Sul palcoscenico si svolge un cortocircuito tra realtà e menzogna, tra vita e teatro, tra verità e falsità nonostante il dialogo tra i duellanti continui nella perenne finzione, fino a trovare amarissima conclusione nell’ultimo inganno che conduce alla morte di uno dei due: poetico finale per “affrontare e giocarsi la vita”.
[alice piano]