Ildegarda
de Bingen è stata una donna straordinaria:
monaca e badessa benedettina, fu scrittrice, drammaturga,
musicista, poetessa, filosofa, linguista e naturalista.
In Italia è conosciuta giusto per la musica,
mentre in Paesi come Germania e Stati Uniti esiste
un vero e proprio culto per la religiosa, vissuta
come una Leonardo da Vinci in gonnella, come ama definirla
Cristina Borgogni, autrice, regista e interprete di
“Ildegarda La
Sibilla renana”. Il termine
Sibilla le viene attribuito per il dono della profezia:
sin da bambina Ildegarda aveva delle visioni in stato
di coscienza, da cui ha tratto tre libri di livello
teologico.
La
rappresentazione racconta chi è Ildegarda e
cosa può insegnare agli uomini e alle donne
di oggi. È stata una monaca controcorrente
e anticonformista: usciva spesso dal monastero per
incontrare vescovi, nobili e principi. Non aveva remore
ad esprimere il suo parere persino contro le scelte
dell'imperatore Federico Barbarossa e tanta era alta
la stima per Ildegarda che l'imperatore non si vendicò.
Nella
gioiosa, ricca e generosa interpretazione di Cristina
Borgogni l'emozione e la pienezza della grazia di
Ildegarda arrivano dirette e senza compromessi. È
vicina a chi la ascolta ed è vera: una donna
illuminata che ha combattuto per dei principi morali
altissimi, una donna forte ma insieme fragile. L'interpretazione
di Paolo Lorimer, poi, riporta in vita il rapporto
di piena fiducia tra Ildegarda e il suo collaboratore.
“Ildegarda La Sibilla renana” apre le
porte ai temi dell'esistenzialismo e che pone spunti
per riflessioni insolite. Venerata come santa dalla
Chiesa cattolica, Ildegarda nel 2012 è stata
dichiarata dottore della Chiesa da Papa Benedetto
XVI.
[giovanna gentile]