The Houseboy
Autore: Spencer Schilly Adattamento: Massimo Stinco
Regia: Massimo Stinco
Scene: Giuliano Pannuti Costumi: Giuliano Pannuti
Luci: Marco Faccenda
Musica: Muse, Craig Armstrong, Asche&Spencer
Produzione: The Blue Seagull International Production & Massimo Stinco NoirDesir.it Compagnia: NoirDesir
Interpreti: Tony Allotta, Jacopo Bartaloni, Riccardo Bergo, Gianpiero Botta, Paolo Cives, Massimiliano Frateschi, Andrea Galatà, Simone Marzola, Antonio Pauletta, Orazio Sagone Manzella, Massimo Stinco e Regina Miami
Anno di produzione: 2010 Genere: drammatico

In scena: fino al 9 gennaio al Colosseo Nuovo Teatro, via Capo d’Africa 29/a V.M.18 ANNI

The Houseboy” è la versione teatrale dell'omonimo film di Spencer Schilly del 2007. Lo spettacolo in scena al Colosseo Nuovo Teatro narra le vicende di Ricky un Houseboy. Si tratta di un ragazzo molto giovane che vive con una coppia di omosessuali maturi: oltre a badare alla casa, si occupa dei loro bisogni sessuali. I fidanzati partono per le vacanze natalizie e lasciano solo Ricky, che ascolta involontariamente una loro conversazione: i padroni di casa hanno intenzione di liberarsi di lui, ormai desueto. Da questo momento Ricky inizierà il suo viaggio negli inferi, alla ricerca del sesso spinto, della droga, degli incontri più o meno causali. Tutto va bene per Ricky, non ha limiti, l’importante è che lo conducano verso la morte, fissata proprio per il giorno di Natale. Questa la storia.
Ebbene, può bastare così. Non è necessario andare a teatro a vedere uno spettacolo prevedibile, ricco di luoghi comuni e clichè sull’omosessualità. Il primo errore? La scelta registica di far interpretare agli attori l’ottanta per cento dello spettacolo senza veli. Se sia provocatorio non è dato capirlo, quello che è certo è che la nudità maschile è di per sé poco gradevole, vederla per così tanto tempo riduce l’attenzione dello spettatore, che invece di interessarsi alla vicenda (prevedibile), valuta le dimensioni dei suddetti. La scena introduttiva, con gli attori abbigliati bondage da antichi egizi (forse) ma muniti di ombrellini neri, insinua il dubbio che sia uno show e non un dramma. La scenografia ha un non so che di parrocchiale, ma senza esserlo completamente; i cambi di scena (con un letto ruotante che diventa strada o un diverso ambiente) a tratti lasciano interdetti per la prevedibilità e l’incertezza degli spostamenti. La prima entrata dalla platea sul palcoscenico di Mamma Natale (Regina Miami) risulta spiritosa, la seconda trasforma “The Houseboy” in una performance in stile Mucca assassina. Senza dimenticare la scelta degli attori, il vero intoppo: la credibilità è importante quando si recita su un palcoscenico. Vedere uomini nudi muoversi senza un perché, che ripropongono sempre le stesse espressioni di malcelato dolore, finta violenza o di inutile insolenza lasciano il tempo che trovano, accrescendo forse la sensazione che quando si ridicolizzano gli omosessuali, se vengono descritti in questo modo, non si sbaglia di molto.
[elena del tronto]