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Autore:
Sabina
Negri Calderoli |
Regia:
Renato Giordano |
Scene:
Francesco Scandale |
Costumi:
Graziella
Pera |
Luci:
Marco Zara |
Musiche:
Pericle Odierna |
Produzione:
I
Pirandelliani |
Interpreti:
Erica
Blanc, Carlo Delle Piane, Sabina Negri Calderoli, Felice
Casciano, Silvano Piccardi, Alessandro Tedeschi |
Anno
di produzione:
2008 |
Genere:
commedia |
In
scena:
fino al 26 ottobre al Teatro
Sala Umberto di Roma. via della Mercede 50, Roma
- tel. 06.6794753 |
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Edoardo,
famoso ed anziano chirurgo estetico interpretato da
Carlo Delle Piane, scopre che un suo paziente abituale,
Tommaso (Alessandro Tedeschi), è l'amante della
moglie (interpretata da Sabina Negri Calderoli, anche
sceneggiatrice dello spettacolo nonché ex moglie
del Ministro Calderoli). Tommaso, oltre ad essere
un giovane attore di fiction e modello per calendari,
è anche la causa della separazione tra l'attempato
chirurgo e la moglie. Il medico cade in preda ad una
sindrome di Frankenstein: alla prima occasione sceglie,
con fini vendicativi, di scambiare le proprie sembianze
con quelle del virgulto Tommaso.
L'intero spettacolo s'incentra sugli equivoci generati
da questa trasformazione, attraverso cui l'autrice
vorrebbe “dissacrare l'Italia dei fuoristrada"
e "riflettere sul ruolo della bellezza nella
nostra società", partorendo un testo "sbalorditivo
sul piano dell'umorismo".
Ebbene, non ci riesce. Analizziamo i perché.
Quando un'opera risulta priva di una morale che ne
giustifichi l'esistenza, quantomeno ci si rifugia
nella forma che, nello specifico, dovrebbe essere
la comicità. Al contrario, durante le battute
di Ho Perso la Faccia
i tempi umoristici sono così mal calcolati
(e i termini talmente inadeguati) che risulta difficile
anche far comodamente ricadere l'intero onere sugli
attori. Le falle, dunque, nascono dal testo. Come
se non bastasse, gli interpreti si allineano su intonazioni
sempre uguali e monocorde, da pulpito. Unica eccezione:
le variazioni tonali di Silvano Piccardi (che interpreta
un collega del chirurgo, protagonista assieme all'infermiera
Erica Blanc), consone più al mondo del doppiaggio
a cui appartiene, che non al teatro. Il risultato?
La risposta del pubblico alle battute sono risate
più di circostanza che sane e spontanee.
Durante lo spettacolo incontriamo anche Felice Casciano
nei panni del manager ed amante gay di Tommaso. Si
possono intuire gli intenti dissacratori ma un personaggio
costruito con tanta leggerezza, più checca
che omosessuale, rimane una caratterizzazione debole
e superflua, che non insinua nello spettatore spunti
di riflessione ma si limita ad essere uno sfottò
senza portare ad altro se non al rafforzamento dello
stereotipo stesso. "Vallo a trovare un manager
che non sia frocio o magnaccia" si sente pronunciare
durante lo spettacolo. Ottima critica, se solo non
fosse fine a se stessa o persino cancellata dall'unica
peculiarità del personaggio: rendersi ridicolo
e frocio attraverso infinite moine e "Pucci Pucci".
In assenza di scenografie (semplici strutture cubiche
rotenanti) che aiutino l'immaginazione dello spettatore,
la nota positiva dello spettacolo si trova con sorpresa
nelle ottime musiche originali, delicate e spiritose,
composte ed orchestrate da Pericle Odierna. Le sue
melodie valgono la pena di essere ascoltate.
[simone salis]
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