Ofelia
vestita di un velo bianco, a piedi nudi sulla terra
scura davanti la tomba dove è sepolta, avvolta
nella nebbia della fredda Danimarca. E' questa l'immagine
ovattata che Caroline Pagani offre al pubblico nell'originalissima
rilettura dell'Amleto di Shakespeare: “Hamletelia”,
un Hamlet ripercorso e rivissuto dal punto di vista
del personaggio femminile minore. Hamletelia è
propriamente la donna di Amleto perchè Ofelia,
da sola, non gode della statura degli altri ruoli femminili
shakespeariani; soggiace per tutta l'opera di Shakespeare
all'uomo Amleto, assecondando il volere del suo insigne
autore.
Ora
il fantasma di Ofelia può prendersi la rivincita:
è lo spirito di una donna che si ribella al
ruolo che le si è voluto attribuire. Ofelia
non vuole morire donna frigida e costretta al convento,
ma rinascere mille volte in una schizofrenica e folle
corsa verso il riaccaparramento delle virtù
di tutte le sue più fortunate colleghe: l'ardore
di Giulietta, la forza di Lady Macbeth, il fascino
di Cleopatra e l'aura divina di Desdemona. Finalmente
ora c'è solo lei, Ofelia, che risorge infinite
volte al pubblico. Ogni volta rinasce la moglie rinnegata
e maltrattata e, ogni volta, finisce per soggiacere
nuovamente ad Amleto, in eterna simbiosi con lui,
schiava del ruolo che padre Shakespeare le ha assegnato.
A William Ofelia non ha mai il coraggio di ribellarsi;
è ad Amleto che rivolge i suoi frustrati sentimenti
di amore-odio. Solo alla fine nel pieno del delirio,
si rivolge all'autore protestando, scappando quasi
subito però, quasi a voler permanere nella
sua frustrazione.
L'interpretazione
di Caroline Pagani è appassionata, ironica,
erotica e schizofrenica. Con intelligenza, l'autrice,
attrice e regista ripercorre, come in un controcampo,
la relazione tra i due coniugi, avvalendosi delle
numerose risorse a disposizione: canta, balla, inveisce,
strabuzza gli occhi, si spoglia, si riveste di abiti
sontuosi e recita con un quasi perfetto accento anglo-danese.
L'estetica
scenica, semplice e raffinata, crea un ambiente lontano
e ovattato in cui lo spettatore viene immediatamente
immerso, tra corvi neri e pantegane di cimitero. “Hamletelia”
è frutto di anni di lavoro, denota una forte
passione e originalità, meritevole di tutti
i riconoscimenti ricevuti: nel 2013 il Premio Fersen
alla Drammaturgia e il premio come Miglior attrice
al Roma Fringe Festival. Vincitore dell’Internationales
Regie Festival di Lipsia nel 2009 e del premio per
il Miglior spettacolo, miglior regia, miglior attrice,
al Festival Corte della Formica a Napoli nel 2010.
[giovanna
gentile]